benevolenza/America

Rabbàn Yochanàn figlio di Zakkai, a un occhio benevolo, a un buon amico e alla capacità di prevedere le conseguenze delle nostre azioni, predilige un buon cuore. Il motivo di questo privilegio è indicato nei Pirqè Avòt: avere buon cuore significa raccogliere assieme anche le altre tre virtù. Il Maharal di Praga spiega che avere un buon cuore significa vivere in uno stato di appagamento per ciò che si è e per ciò che si ha. Ed è proprio questo senso di soddisfazione che può indurci a essere ben disposti nei confronti del prossimo vedendo con benevolenza il successo altrui. Un forma di generosità che ci preserva dalla gelosia e dall’invidia. Soprattutto di questi tempi caratterizzati da ombre e incertezze un cuore benevolo ci aiuta ad affrontare il futuro con più ottimismo per riuscire a trasmettere positività e fiducia alle giovani generazioni.

Roberto Della Rocca, rabbino

Negli Usa è rispuntato il Ku-Klux-Klan con gli stessi personaggi degli anni ’70, un po’ invecchiati, e lo stesso odio verso i neri, i diversi, gli ebrei, con la stessa voglia di supremazia bianca. Negli anni ’60 gli ebrei furono alleati dei neri contro il Ku-Klux-Klan e per i diritti civili. Sfilarono insieme, e combatterono insieme. Poi, purtroppo, questa alleanza si ruppe. Ora, se Obama sarà eletto presidente, sarà con i voti dei neri e degli ebrei, di nuovo insieme. E questa anche non è cosa da poco.

Anna Foa, storica