La Memoria, ragione di vita, prova di coraggio

Le parole che si strozzavano in gola a Nedo Fiano mentre ricordava la sua esperienza ad Auschwitz, rimarranno impresse come ferite aperte sulla lapide marmorea scoperta ieri alla Camera dei deputati. Lapide in cui si ricordano le infami Leggi razziste emanate dal Parlamento italiano, vergogna italiana del 1938.
Nedo Fiano, visibilmente commosso, ha ricordato i momenti in cui ad Auschwitz diede un ultimo abbraccio alla madre, selezionata insieme a tanti e tanti altri sventurati nella fila dei destinati alla morte.
Nedo fu invece selezionato nella fila di coloro che dovevano patire tutto il patibile in terra e continuare a vivere per ricordare. Come Primo Levi.
Nedo ha fatto della memoria una ragione di vita; oggi confortato dalla sua famiglia, la famiglia che ha scelto di creare dopo il suo ritorno, di cui una parte era presente con lui in sala e con lui soffriva, ha dato prova una prova di coraggio. Il coraggio di chi, come ha detto Renzo Gattegna in quella stessa sala ieri citando la Torah, di fronte alla scelta tra il male e il bene, la morte e la vita, sceglie la vita.

Sira Fatucci