Memoria 6 – “La stella di Esther”, la persecuzione raccontata in un fumetto

Alcuni ragazzi delle scuole italiane che hanno partecipato al concorso organizzato dal Ministero della Pubblica istruzione e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dedicato alla memoria della Shoah ricevono quest’anno in dono “La Stella di Esther”, una “graphic novel”, una storia a fumetti, dedicata al tema della persecuzione antisemita e principalmente indirizzata ai ragazzi, che De Agostini editore pubblica in occasione del Giorno della memoria con il patrocinio dell’UCEI. Si tratta dell’edizione italiana dell’originale in olandese (De Zoektocht ) realizzato da Eric Heuvel, Ruud van der Rol e Lies Shippers per la Fondazione della Casa di Anne Frank (Amsterdam).
E’ la storia di Esther, personaggio immaginario che riflette la storia di altri sopravvissuti alla Shoah, sfuggita alle persecuzioni e successivamente emigrata negli Stati Uniti, che ormai nonna, ritorna in Olanda, per ritrovare le persone che a suo tempo l’avevano aiutata e per tentare di ricostruire ciò che accadde ai suoi genitori persi per sempre ad Auschwitz.
E’ un viaggio alla ricerca di una risposta alle tante domande rimaste aperte, ed Esther lo compie assieme al nipote Daniel, che nel racconto ha un ruolo determinante: riesce infatti, tramite Internet, a rintracciare Bob, amico di famiglia ,anch’egli sopravvissuto e deportato con i genitori di Esther. Attraverso il racconto di Bob , la protagonista conoscerà tutto ciò che accadde in seguito al rastrellamento che una mattina, mentre era a scuola, le portò via i suoi familiari.
Il libro si apre con la visita di Esther a Helena , sua migliore amica degli anni trascorsi in Olanda, e alla seguente visita alla fattoria dove era stata per lungo tempo tenuta nascosta, una volta rimasta sola. Nel corso del viaggio verso la fattoria, Esther, accompagnata da Daniel e dal nipote di Helena, racconta la sua infanzia, prima in Germania, suo paese di origine e poi in Olanda, dove la famiglia si rifugia poco dopo la terribile “Notte dei Cristalli”.
Attraverso il racconto di Esther e successivamente di Bob, si viene a conoscere non solo la storia di una famiglia ebrea durante le persecuzioni antisemite, ma anche i principali eventi storici sotto il regime nazista e soprattutto le vicende umane che rappresentano il nesso con il valore della memoria. Cosa abbia significato la Shoah , viene molto efficacemente illustrato evidenziando i diversi ruoli di coloro che l’hanno vissuta e quindi la parte delle vittime, dei colpevoli, di coloro che hanno offerto il proprio aiuto, degli indifferenti.
E’ questo uno dei criteri più attuali per l’approccio allo studio della Shoah su cui si basa anche la didattica della Scuola Internazionale di Yad Vashem: la storia della Shoah è la storia di una vicenda umana dove l’individuo ha una posizione centrale per la comprensione dei fatti storici. Cercare di analizzare e comprendere i dilemmi, le scelte e le sfide che ciascuno, sia esso vittima o colpevole dovette affrontare , significa osservare gli eventi storici attraverso l’animo umano di chi li ha vissuti. I valori etici e morali presenti allora come oggi, sono il vero legame con la memoria della Shoah.
Emerge chiaramente quanto il libro sia particolarmente adatto sia a un pubblico adulto che in modo particolare ai ragazzi adolescenti, per i quali una tipologia narrativa come quella in questione rappresenta una modalità efficace e positiva per affrontare un tema così delicato e di difficile comprensione.
Numerosi sono gli spunti didattici per gli insegnanti che sceglieranno questo prezioso strumento per il proprio lavoro: il tema dell’antisemitismo affrontato attraverso gli stadi che hanno portato al cambiamento del rapporto fra la società tedesca e gli ebrei (per esempio la diversità, l’isolamento, la disumanizzazione); lo studio dei fatti storici e della vita nei campi di concentramento, i valori etici (il tema della scelta, coloro che stettero a guardare senza intervenire, i Giusti fra le Nazioni, la responsabilità collettiva), la ricerca della propria storia e altro ancora.
Un’ultima considerazione sullo stile del fumetto di Eric Heuvel, che con molta chiarezza e precisione indica tutti i particolari necessari alla comprensione della storia di Esther nella sua complessità, senza però scendere nella brutalità dell’immagine quando si tratta di descrivere alcune delle pagine più buie della storia dell’uomo. Anche in questo caso si tratta di una scelta didattica precisa: l’impatto con una immagine impossibile da comprendere per la sua brutalità, otterrebbe come risultato quello di staccarne gli occhi, di rimuoverla e di non intraprendere piuttosto quel percorso di conoscenza della storia della Shoah che è poi la conoscenza dei valori umani universali.

Odelia Liberanome, coordinatore del Centro pedagogico
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

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