Memoria/Memoria

Si celebrano oggi in tutta Italia varie manifestazioni in occasione del Giorno della Memoria. Benvengano gli articoli, i libri di storia, i films, le conferenze, le mostre e i convegni sulla Shoà proposti durante questi giorni. Ma non possiamo fermarci qui. Il ricordo da solo può divenire la tomba del passato. Credere di cambiare il corso della storia semplicemente narrando fatti spaventosi non è che un illusione. Resta poi tutto il compito di trasmettere, commentare e far rivivere queste testimonianze per non dimenticare chi si è e da dove si viene. Nel libro di interviste ai figli dei deportati di Claudine Vegh, ” Non gli ho detto arrivederci”, un figlio racconta ancora perplesso dopo quasi quarant’anni, come suo padre, mentre veniva trascinato dalle SS, anziché dirgli per l’ultima volta “Ti voglio bene, non temere nulla, bada a te stesso” , gli abbia invece urlato soltanto: ” Robert, non dimenticare mai che sei ebreo e devi restare ebreo”. Il figlio, ormai adulto, continua a interrogarsi sul senso di quel monito “non dimenticare mai..”, che era, evidentemente, per il padre, l’unico modo di dirgli, nei pochi attimi che gli restavano, che per sopravvivere, egli doveva preservare viva la memoria di sé.

Roberto Della Rocca, rabbino

Nella regolare alternanza che ci vede ospiti su questa finestra di confronto con lettore e internauti, tocca a me dire loro qualcosa proprio nel giorno della memoria. E io non riesco a far altro che tacere. Vorrei affidare a Primo Levi, a una qualunque delle sue pagine, il compito di accompagnarvi in questa giornata.

Elena Loewenthal, scrittrice