Rotschild Boulevard – Tel Aviv ha 100 anni

Tel Aviv come Beirut. Adesso che la città più popolosa d’Israele ha compiuto cent’anni, molti hanno colto l’occasione per raccontare i suoi ritmi, il suo spirito libero, la bella vita, la cultura che sempre reinventa se stessa, la tecnologia futuribile. Io, che di Tel Aviv amo tutto questo, proprio adesso non riesco a togliermi dalla mente Beirut, un viaggio avvenuto pochi mesi dopo quella terribile guerra del 2006. Lasciate le vie che mostravano i segni di esplosioni recenti e di vecchie sparatorie, a pochi metri dalle tendopoli di Hezbollah, la promenade di Beirut mi era sembrata bellissima e inaspettatamente familiare, con tutti quegli alberghi e quelle case bianche un po’ trascurate. “Somiglia proprio a Tel Aviv”, non ho potuto fare a meno di pensare ad alta voce.
E’ un pensiero un po’ strano, no? Specie visti i tempi. Eppure nonostante tutto – le guerre, il sangue, l’odio e la politica – la somiglianza salta all’occhio. Non sono l’unica a pensarla così: ha avuto la stessa impressione anche una collega che a Tel Aviv vive circa da un decennio. Poche settimane dopo il mio viaggio, nel suo reportage realizzato da Beirut per la televisione israeliana (e che come potrete immaginare le ha causato non pochi guai), anche la giornalista Lisa Goldman ha raccontato pure lei: com’è strano pensare che due città così divise dagli eventi, viste da vicino si somigliano tanto. Più recentemente ho scoperto che anche Oriana Fallaci, nel suo bellissimo romanzo autobiografico “Un Uomo”, aveva notato la somiglianza: “Tel Aviv o Beirut, non più occidente e non ancora oriente”. Forse il fascino sta tutto qui.

Anna Momigliano