…Memoria

“Le file vengono spinte verso la goffa palazzina delle Antichità e Belle Arti, che sorge al gomito del Portico di Ottavia di fronte alla via Catalana, tra la Chiesa di Sant’Angelo e il Teatro di Marcello. Ai piedi della palazzina si stende una breve area di scavi, ingombra di ruderi, qualche metro più bassa che la strada. Entro questa fossa venivano raccolti gli ebrei, e messi in riga ad aspettare il ritorno dei tre o quattro camion, che facevano la spola tra il Ghetto e il luogo dove era stabilita la prima tappa. Quegli autocarri erano coperti da tendoni impermeabili (continuava a piovigginare) scuri o, secondo altri, tinti addirittura in nero: come pure di nero, dicono quegli stessi, sarebbero stati tinti anche i camion.E’ più probabile che quel nero ce l’abbiano veduto gli occhi del dolore e dello sgomento…” (Giacomo Debenedetti, 16 ottobre 1943, pubblicato inizialmente sulla rivista “Mercurio” nel dicembre 1944).

Anna Foa, storica