Torah oggi – La legge e l’etica che su quel treno è mancata

E’ di oggi la notizia di un fatto accaduto sull’Eurostar Bari – Roma. Il 27 dicembre: un ragazzo senza braccia fatto scendere dal treno dalla polizia ferroviaria perché sprovvisto di biglietto. Il disabile ha fatto presente al controllore di non avere potuto acquistare il titolo di viaggio a causa del suo handicap, ma ha mostrato al controllore i soldi necessari a comprarlo in quel momento. Il controllore gli ha detto però che avrebbe dovuto pagare una soprattassa di 50 euro per acquistare il biglietto sul treno. Il ragazzo, che aveva anche una disabilità linguistica, ha fatto capire di non averli. Risultato: dopo aver umiliato il povero ragazzo con parole sprezzanti e modi sgarbati, la polizia ferroviaria ha prontamente provveduto a farlo scendere dal treno alla prima stazione. Il tutto è avvenuto nel quasi totale silenzio di tutti gli altri passeggeri, tranne uno, il quale, per aver chiesto al controllore il suo nome e cognome (cosa che l’ufficiale si è rifiutato di fare pur essendovi tenuto) si è visto richiedere i propri dati per avere “osato” chiedere un po’ più di compassione.
Quale sarebbe stata la posizione halakhica in questo caso? Si pensa in genere che la halakhà sia monolitica che debba essere sottratta a qualsiasi interpretazione che possa coniugarsi con le circostanze.. Chi ha avuto occasione di leggere i Responsa dei maestri antichi e moderni sa invece quanto questa visione sia distorta. Ogni caso è diverso dall’altro, perché ogni persona è diversa da un’altra. L’applicazione sic et simpliciter della legge porta spesso a delle distorsioni riassunte nella locuzione del diritto romano che affermava summa lex, summa iniuria, cioè che l’applicazione della legge alla lettera si traduce nella massima ingiustizia. Nelle scuole in cui vengono preparati i capotreni e i poliziotti e quant’altro, sarebbe necessario introdurre anche insegnamenti di etica e di applicazione della ghemiluth hasadim (amore e misericordia per tutti, ma in particolar modo per i più deboli).

Rav Scialom Bahbout