Stavolta

Un tempo ormai lontano la notizia sarebbe arrivata con un messaggero a cavallo, come l’annuncio della data del secondo giorno di Pesach. Poi la notizia si sarebbe sparsa, gridata nei ghetti come l’aveva gridata il messaggero: “Il papa è andato al Tempio Maggiore di Roma e si è incontrato con il rabbino”. E un’altra voce avrebbe aggiunto, sempre gridando: “Prima non era mai successo, e adesso è la seconda volta in 25 anni”. Magari non ci avrebbe creduto nessuno, o solo i più ingenui, perché le leggende sono incontrollabili. Ma ora, in 25 anni, è la seconda volta che lo vediamo mentre succede – in televisione. Il rabbino capo Di Segni e il papa Benedetto XVI erano seduti quasi accanto e non vicini nel Tempio Maggiore di Roma, e sorridevano. E la verità è che mentre sedevano quasi accanto e non vicini, senza finzione, senza formalità, senza leggenda, su di loro era tracciato quel segno irriducibile a finzione, formalità, leggenda che è il sorriso sul volto umano. Come dice il poeta: “Un sorriso, quando è sorriso, è sorriso per sempre”.

Il Tizio della Sera