Memoria – Gli avvocati ricordano i colleghi vittime della Shoah

In occasione del Giorno della Memoria le Edizioni PLUS, in collaborazione con il Consiglio Nazionale Forense, ha presentato il volume “Le leggi razziali e gli avvocati italiani. Uno sguardo in provincia”, a cura di David Cerri.
Il volume è composto da microstorie narrate da diversi autori che raccontano come cittadini e professionisti spesso con posizioni di rilievo, normalmente integrati nelle comunità cittadine, vengono improvvisamente costretti a fare i conti con il giudizio razzista divenuto legge. Il volume racconta i disagi dei professionisti nel mondo forense e in particolare nella cittadina di Pisa, rendendo ancora più comprensibile la tragicità dell’impatto delle leggi razziali su una piccola realtà che però rappresentava, con la tenuta di San Rossore, l’inizio di un viaggio maledetto. Infatti l’idilliaca villeggiatura reale in Toscana, la Tenuta di San Rossore, rappresenta il luogo dove le leggi razziali furono burocraticamente firmate e quindi acconsentite. Il volume ha lo scopo di ricordare, ma anche di promuovere e sostenere l’iniziativa del Consiglio Nazionale Forense di acquisire documentazioni storiche e di indagare per far luce su come gli avvocati ebrei subirono la cancellazione dall’albo e la discriminazione durante la tragedia dell’olocausto.
Sono intervenuti l’avvocato Professor Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense, l’avvocato Stefano Borsacchi, presidente dell’unione di avvocati di Pisa, il Professor Roberto Steindler, assessore delle attività museali della comunità ebraica e il curatore del volume, l’avvocato David Cerri.
Il professor Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense, debutta affermando “le tragedie sono successe e oramai serve a poco chiedere scusa, noi però abbiamo un debito verso gli avvocati ebrei e italiani e dobbiamo pagarlo” . Continua sottolineando la ricognizione di questo debito e di volerlo assolvere ricordando la storia ma anche incoraggiando le ricerche sulle reazioni della corte di cassazione e delle istituzioni nei confronti delle leggi razziali e su come i giuristi manipolarono la scienza per limitare l’attività giuridica degli avvocati ebrei e quindi per rendere effettiva la persecuzione.
L’avvocato Stefano Borsocchi spiega come l’iniziativa di approfondire le ricerche sull’avvocatura e il ruolo giocato dagli avvocati durante le leggi razziali, nacque proprio all’ordine di Pisa per poi estendersi a livello nazionale attraverso le strutture nazionali ma anche con la collaborazione della Comunità Ebraica di Roma, che ha colto immediatamente il progetto con grande dinamismo. Borsocchi prosegue introducendo il progetto di una mostra dedicata agli avvocati ebrei tedeschi nel periodo del dominio nazista, mostra che è già stata presentata a Londra e che sarà ospite in Italia nei locali del Consiglio Nazionale Forense.
Il professor Roberto Steindler, rappresentante della Comunità ebraica, ringrazia il Consiglio Nazionale Forense per l’invito e sottolinea la sua approvazione verso la frase di debutto del professor Alba e aggiunge “chiedere scusa a chi non c’è più serve relativamente, quello che dobbiamo fare è studiare per capire come tali tragedie possano essere successe ed evitarle per sempre”. Steindler prosegue su come questo piccolo volume sia efficace nel far capire che le leggi razziali non nacquero dal giorno alla notte ma furono studiate a tavolino con un’ evoluzione e tanto di atti legislativi che hanno portato alla persecuzione umana ma anche legale dell’ebreo.
Il professore poi coglie l’occasione della mostra citata per proporre di associarne delle documentazioni che possano far comprendere al pubblico l’enorme contributo degli avvocati ebrei nello sviluppo e nella crescita del nostro paese e afferma: “ siamo una piccola comunità ma molto attiva, siamo intenzionati a mantenere forte la nostra identità e le nostre tradizioni ma siamo altrettanto intenzionati a far crescere il nostro paese”.
Infine parla il curatore di questo volume, l’avvocato David Cerri, che sottolinea con fierezza le origini ebraiche del suo nome di battesimo e appare visibilmente sensibile nei confronti della sofferenza degli ebrei durante le leggi razziali. Cerri descrive quel periodo come tragico non solo nella storia del mondo e dell’umanità ma anche dell’avvocatura.
Il curatore continua affermando “non vogliamo darci dei riconoscimenti per la riproduzione storica dell’epoca, però abbiamo voluto raccontare delle microstorie di provincia che ci hanno permesso di aprire gli occhi ed avvicinarci alla realtà della sofferenza ebraica durante quel periodo”. Cerri procede ricordando che nella riunione annuale del CCE (il consiglio degli ordini forense d’ Europa) del 2009, il Direttore dell’Agenzia dell’ Unione europea per i diritti fondamentali, ha dichiarato che le aggressioni razziste e l’antisemitismo, sono in aumento nella nostra stessa Europa e che quindi ancora di più vi è il dovere di combattere per evitare l’espansione di questi atteggiamenti. Cerri descrive il volume anche come un modo di attirare l’attenzione degli avvocati, professionisti che nella nostra società hanno delle responsabilità determinanti.
In conclusione Alba invita anche le altre professioni a prendere un’iniziativa simile, Borsocchi sottolinea la necessità di sostegno da parte della Comunità Ebraica di Roma in questo progetto e Roberto Steindler dichiara la massima disponibilità.

Loren Raccah