Confrontarsi in una realtà più grande

Tra sabato e domenica ho partecipato alla conferenza Analyzing jewish Europe today: Perspectives from a new generation, organizzata a Berlino dall’American Joint e dall’American Jewish Committee. Una cinquantina di ricercatori in campo ebraico ha riempito le tre giornate con relazioni diversissime. Alcuni titoli: “Essere sefarditi su Facebook. Social network e costruzione dell’identità tra giovani ebrei sefarditi”; “Memoria ebraica e memoria comunista nell’Inghilterra del dopo-guerra”; “La città comincia nella mente: Berlino nella percezione dei giovani immigrati ebrei russi”; “Alternative possibili alla Disneyland ebraica”. In un quadro così variegato Melissa Sonnino ha presentato i primi risultati della ricerca sui giovani ebrei italiani condotta dall’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas. Le questioni da affrontare sono enormi in tutto il mondo: come assicurare la continuità ebraica? Come plasmare un rapporto a due dimensioni tra Israele e la Diaspora? Quali sono le elementi essenziali dell’identità ebraica? Chi sono e quanti sono gli ebrei, e chi lo stabilisce? Si può essere minoranza di una minoranza? Quale rapporto hanno i giovani ebrei con la società che li circorda? .
Oggi costa meno volare a Stoccolma che prendere il treno per Bari. E forse passa proprio di qui un rilancio ulteriore, nella sua specificità, dell’ebraismo italiano. Aprire gli orizzonti e confrontarsi con comunità assai più numerose della nostra. Immaginarsi al centro di una rete più vasta, dove ciascuno può contribuire alla crescita dell’altro. Le sfide sono molte e complesse, ma anche le competenze, le conoscenze e le opportunità che abbiamo davanti sono straordinarie.

Tobia Zevi, associazione Hans Jonas