Cade un velo sulla cultura della discriminazione

Cosa accade oggi in Italia se muore una bimba di due anni? Si piange? Si consolano i genitori? Ci si interroga sulle eventuali responsabilità? No, si organizza un volantinaggio. Contro la bimba e i suoi genitori. Sì, contro. La colpa? Ovvio: aver violato «i sentimenti più intimi della maggioranza della popolazione».
Succede a Udine, nel mitico Nord-Est. La piccola muore alcuni giorni fa e i parenti decidono di seppellirla nel cimitero di Paderno, periferia di Udine. Nel quartiere sorge infatti un cimitero particolare, con un’area di duecento tombe riservate ai musulmani rivolte in direzione della Mecca. A suo tempo la scelta del sindaco di centrosinistra suscitò vibranti proteste, attutite poi fino al primo decesso di un musulmano. Si apre un valzer di dichiarazioni tragicomiche. «Questa gente dovrebbe laicizzarsi un po’…» afferma il parroco di Paderno. «Intendo verificare se nella sepoltura siano state commesse irregolarità, come il lavaggio di un luogo improprio di alcune parti della salma. Dal punto di vista cristiano ci sconvolge questo modo di iniziare un’epoca all’insegna dell’integrazione» commenta Loris Michelini, capogruppo Pdl. «La Giunta ha chinato la testa di fronte a una richiesta degli islamici» chiosa fiero il leghista Dordolo. Con uno spunto di buon senso al fotofinish i vertici della Lega annullano il volantinaggio previsto per sabato pomeriggio, promettendo di ritornare sulla questione del cimitero a salma fredda. Ci sarebbe poco da aggiungere ai fatti. Ma forse dovremmo tutti farci un esame di coscienza: religiosi, commentatori e politici. Soprattutto chi, spesso a sinistra, non cessa di magnificare il «radicamento sul territorio», dimenticando le centinaia di ordinanze e delibere – una sorta di diritto dal basso – che hanno assuefatto porzioni consistenti del nostro paese alla più genuina discriminazione.

Tobia Zevi, associazione Hans Jonas