Il nodo di Gaza – Fatti chiari, commenti distorti

Filmati, comunicati, precisazioni. Siamo inondati da tutto ciò, quando in realtà non ce ne dovrebbe essere bisogno, se solo i leader politici e militari d’Israele avessero anche, oltre alle capacità che il loro ruolo richiede, il senso dell’opportunità e la capacità di prevedere e prevenire l’ostilità spesso preconcetta che troppi media nutrono nei confronti di Israele.
Gli avvenimenti sono semplici e chiari: 1) una flottiglia enuncia di voler rompere il blocco navale di Gaza; 2) questo blocco navale è perfettamente in linea con il diritto internazionale ed è sostenuto anche dall’Egitto; 3) le intenzioni della flottiglia di pacifisti non sono umanitarie ma politiche, per loro stessa ammissione; 4) Israele si dichiara disposto a far pervenire a Gaza gli aiuti umanitari trasportati sulle navi via terra, ma i pacifisti rifiutano; 5) le forze israeliane tentano di fermare il convoglio di navi con mezzi di dissuasione, senza usare le armi; 6) i militari israeliani sono aggrediti da alcune decine di passeggeri (sul totale di 5/600) legati ad organizzazioni estremiste, devono difendersi e usano le armi. Purtroppo, alcuni passeggeri vengono uccisi, altri – insieme a diversi soldati israeliani – feriti.
La conseguenza di tutto ciò è l’indignazione unanime che scuote i media ed i governi, malgrado vi siano filmati che confermano in pieno la versione israeliana, e malgrado si sappia che a Gaza non esiste una crisi umanitaria ma solo politica, dato che quella regione della Palestina è governata da una organizzazione terroristica che non esita a massacrare barbaramente gli stessi palestinesi che non ne condividono la linea politica.
Eppure, contro ogni evidenza, le organizzazioni ed istituzioni ebraiche, gli ebrei stessi come individui, sono costretti a mettersi sulla difensiva a causa delle aggressioni verbali che potrebbero facilmente trasformarsi in fisiche, come la triste esperienza insegna. Guai difendere il diritto di Israele a esistere e ad agire come “qualsiasi” altro stato fa e farebbe senza suscitare una indignazione comparabile.
Il comunicato del Congresso Mondiale Ebraico è, fra tanti, uno dei pochi che si esprima a chiare lettere e che con coraggio (ci vuole coraggio a dire quel che si pensa, purtroppo) prenda le difese di Israele, indipendentemente dalla fondate accuse di stupidità e incapacità che piovono addosso al governo e ai comandi militari da tutti i commentatori israeliani.

Federico Steinhaus, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane