Qui Cuneo – Un nuovo centro sociale e culturale per l’antica Comunità piemontese

Un luogo di incontro e di confronto. Con questo auspicio è stato inaugurato ieri il nuovo centro sociale e culturale della Sezione di Cuneo della Comunità Ebraica di Torino. Un altro passo verso il completamento del restauro dell’edificio di Contrada Mondovì 20, dove sorge la splendida sinagoga e ora il centro sociale. Un evento importante per la Comunità Ebraica come per la città: a testimoniarlo, il grande successo di pubblico e una sala gremita . “Se oggi abbiamo raggiunto questo risultato” ha commentato il presidente della Comunità di Torino Tullio Levi “grande merito va riconosciuto a Enzo Cavaglion, colonna portante della piccola Comunità cuneese. Grazie alla sua determinazione una trentina d’anni fa hanno avuto inizio i lavori di restauro”. L’edificio, nel cuore dell’antico ghetto cittadino, comprende: il bet ha knesset, il cheder, il centro sociale, il mikvé, il forno delle azzime e il cortile per costruire la sukkah. Tutte le strutture e i servizi, dunque, che hanno caratterizzato per secoli la vita degli ebrei piemontesi e non solo.
Dopo la tradizionale apposizione della mezuzà, si è svolta una piccola tavola rotonda con gli interventi di rav Alberto Somekh (Mantenersi ebrei in una piccola comunità); dello storico Alberto Cavaglion (La Comunità di Cuneo nei secoli); del presidente Tullio Levi (La salvaguardia del patrimonio artistico della Comunità di Torino e delle Sezioni) e dell’architetto che ha curato il restauro, Laura Menardi (Il restauro dell’edificio della Sinagoga di Cuneo). Fra le autorità presenti, ha voluto portare il suo saluto l’ambasciatore di Israele Gideon Meir, il quale ha espresso la sua emozione per la grande opera di restauro e ha voluto ricordare “la bellezza della tante sinagoghe sparse per il Piemonte che testimoniano una forte presenza ebraica. Una storia fatta di prosperità e tragedia di cui rimane una viva memoria”. Ma il grande pregio di questo progetto è lo sguardo verso il futuro: come ha suggerito nel suo intervento rav Alberto Somekh, “a Cuneo si potranno organizzare dei Shabbatonim, dei sabati in cui riunirsi e incontrarsi con membri di altre comunità. Abbiamo pensato con Davide Cavaglion di organizzarne uno già in ottobre”. Non solo vita ebraica ma anche polo di attrazione per tutta la città, con la sala seminari come epicentro di attività culturali e altre iniziative di interesse.
Inevitabilmente emozionato Davide Cavaglion, attivo rappresentante della realtà ebraica cuneese. “Non sono riuscito a trattenere i ricordi” racconta Cavaglion “appena sono iniziati i lavori di restauro il passato ha cominciato a riaffiorare: il rumore dei banchi, l’odore ottocentesco delle sale, l’immagine della volta del tempio per metà bianca”. Un passato che oggi rivive grazie al grande lavoro dell’architetto Laura Menardi che ha spiegato nel suo intervento la cronologia e le modalità con cui è stato avviato il progetto. “I lavori – ha sottolineato la Menardi – sono stati suddivisi in tre lotti: il piano terra, per cui i lavori sono terminati; il primo piano e facciate prospicienti, dove sorgerà lo studiolo del rabbino e foresteria (del secondo lotto fa parte anche il cortile in cui un tempo si celebrava sukkot); infine il piano seminterrato o del forno per le azzime e bagno rituale (mikvé)”.
Poche parole ha voluto aggiungere Alberto Cavaglion “nello stile rustico cuneese, in cui le parole lasciano il posto ai fatti”. Lo storico ha ricordato la grande connessione che intercorre fra la Comunità ebraica e la popolazione locale “fra cui è nata una sorta di solidarietà dell’estromesso”. I cuneesi, come è noto, sono stati spesso oggetto di scherno e ridicolizzati; stessa sorte è capitata nei secoli agli ebrei per cui, ha ironizzato Cavaglion “essere un ebreo cuneese è, se possibile, doppiamente difficile”. Ironia, velata di amarezza, che ha poi lasciato posto al già citato auspicio che il centro sociale possa essere un luogo di confronto e scambio di idee.
Dopo la tefillah, la serata si è conclusa con un piacevole rinfresco.

Daniel Reichel