…economia

Secondo l’Ufficio israeliano di statistica, la crescita dell’economia nazionale nel secondo trimestre del 2010 è stata del 4.7 per cento, mentre nel precedente era solo del 3.6 per cento. I consumi privati sono aumentati del 6 per cento nel primo semestre di quest’anno e il pil è aumentato del 4 per cento nello stesso periodo. Insomma buone notizie sull’economia israeliana. I complimenti vanno anzitutto a Stanley Fischer, il governatore della Banca d’Israele, che ha mantenuto a lungo un tasso di sconto molto basso facilitando così la ripresa anche in un periodo di crisi mondiale. Per i 100 esportatori principali il livello delle loro esportazioni è tuttora del 10 per cento inferiore ai record stabiliti prima della crisi. Secondo i critici il ministro del Tesoro Steinitz ha ceduto alle richieste dei haredim (ultra-religiosi) che continueranno a ricevere sovvenzioni anche secondo il prossimo bilancio di previsione. Ma c’è anche un risvolto della medaglia. La moneta israeliana, lo shekel, è troppo forte rispetto all’euro e al dollaro e ciò costituisce un ostacolo alle esportazioni.

Sergio Minerbi, dilpomatico