Qui Livorno – Un anno per perdonare

È scritto nel Talmud che il primo giorno della Creazione, allorché K.B.H. formulò le parole “Yehì or” – sia la luce – era il 25 di Elul. Pertanto il sesto giorno – il giorno della creazione dell’uomo – era il 1 Tishrì. Per questo noi diciamo nelle preghiere di Rosh ha-Shanà: “Questo giorno è l’inizio della Tua opera, ricordo del primo giorno, e in esso saranno ricordate le Tue creature”. Nella Torà, invece, viene chiamato Yom Teruà – il giorno del suono. In questo giorno D-o giudica tutto il creato, similmente a un proprietario che faccia l’inventario dei suoi beni. Nei giorni che lo precedono noi cerchiamo “avvocati difensori” per contrastare gli avvocati dell’accusa. Chi sono gli “avvocati difensori”? Come è scritto nel Pirkè Avot, chi osserva una mizvà acquista un difensore; chi trasgredisce una mizvà invece acquista un accusatore. I Maestri ci insegnano che siamo tutti “benonim” – collocati nel mezzo – e perciò ogni mizvà ha grande importanza per decidere della nostra sorte. Poiché però è molto difficile fare Teshuvà in un giorno solo, iniziamo questo percorso di “ritorno” da Rosh Chodesh Elul. E proprio da questo giorno, ogni mattina dopo la tefillat Shachrit, cominciamo a suonare lo Shofar: per risvegliare le nostre coscienze in vista del Grande Giorno, “perché l’uomo non sia come un cavallo spinto in battaglia senza potersi volgere a destra né a sinistra”, come insegna il Mesillat Jesharim. Questo è il mese destinato alla Teshuvà più di ogni altro periodo dell’anno, perché la parola ?? (Hag) in ebraico si può interpretare come Mehogà, ciclo. Così i Maestri insegnano che il peccato del vitello d’oro fu compiuto dagli Ebrei nel deserto il 17 Tammuz, che il 1 di Elul Mosè salì sul Sinai e fu suonato lo Shofar (come facciamo noi oggi), e il 10 di Tishrì – giorno di Kippur – il Signore disse a Mosè: “Salachti kidvarecha” – ho perdonato il popolo come mi hai chiesto. Questi sono i giorni della Teshuvà, della Tefillà e della Zedakà che allontanano la durezza dei decreti da noi. Yehì ratzon che ognuno di noi sappia seguire questo insegnamento, perdonando il suo prossimo per essere perdonato da K.B.H. Ktivà vachatimà tovà a tutti.

Yair Didi, rabbino capo di Livorno