Qui Londra – Con Ed Miliband il Labour volta pagina

E’ stata la gara fra due fratelli, giovani, ebrei e figli di immigrati a determinare il futuro della sinistra britannica. La decisa, e inaspettata, svolta del Labour si è chiusa con la lunga corsa alla leadership del partito. Il vincitore, annunciato al Congresso del partito che si svolge a Manchester, è Ed Miliband. Sarà quindi il minore dei due fratelli Miliband, fra Ed e David, a guidare la sinistra inglese e l’opposizione al governo Tory. Si è affermato sul fratello con una maggioranza molto ristretta: 50,65% dei suffragi contro il 49,35%.
I candidati erano cinque: i due Miliband, Ed Balls, ministro dell’Istruzione nel governo ombra, Diane Abbot, giornalista giamaicana, la prima donna di colore membro della Camera dei Comuni e Andy Burnham, ministro della sanità nell’ultimo governo Brown. Che l’investitura, però, sarebbe in ogni caso finita in casa Miliband, era cosa risaputa già da tempo. A contendersi fino in fondo la leadership labourista sono stati David e Ed, quest’ultimo rivalutato dai bookmakers soltanto negli ultimissimi giorni.
Appena arrivato l’annuncio dell’esito delle votazioni, David si è alzato per andarsi a congratulare col fratello. Nonostante la competizione dura in famiglia, i due si sono abbracciati. Marion Kozak, la madre, ebrea polacca non era presente: ha deciso infatti di non partecipare ai lavori congressuali di Manchester ma si è detta emozionata di vedere i suoi due figli contendersi la leadership del partito. Il padre dei giovani leader politici è l’intellettuale marxista Ralph Miliband.
David, il fratello maggiore, precedente capo della diplomazia inglese, ha una notorietà internazionale più vasta, ma il giovane è quello più amato in Inghilterra e più vicino alle forze del sindacato. Appena quarantenne, Ed è considerato il più a sinistra dei due (negli ambienti universitari di Oxford era chiamato Red Ed). Molto attento ai temi dell’ecologia, il nuovo capo del Labour Party è stato ministro dell’Energia nel governo di Gordon Brown. Egli stesso si è presentato come il portavoce di “una nuova generazione che ha preso in mano il partito per cambiarlo, e per cambiare l’Inghilterra, un paese ancora troppo segnato dalle disuguaglianze”.
La vittoria di Red Ed sul fratello maggiore si è realizzata soprattutto grazie all’appoggio delle Trade Unions, che costituivano un terzo del corpo elettorale, composto dai parlamentari labouristi, dai delegati dell’assemblea nazionale e, appunto, dai sindacati. Nelle ali più moderate del Labour si paventa il rischio di “diventare il partito del settore pubblico: occorre che il nuovo leader non nutra vincoli di riconoscenza verso le Trade Unions, che sono solo una parte sociale. Per tornare a governare abbiamo bisogno di parlare a tutto il paese”.
Martedì Miliband pronuncerà il discorso ufficiale di investitura, ma nel breve intervento fatto a caldo ha già dichiarato che “oggi è l’inizio del lavoro di una nuova generazione, di una nuova stagione politica”. Ha promesso di voltare pagina, di “ripagare la fiducia accordatagli”.

Manuel Disegni