Messia…

Rabbì Chaninà, nel trattato di Sanhedrin (98a), afferma che il Messia arriverà nella generazione in cui non si troverà il pesce richiesto da un malato. Don Itzchak Abravanel (Lisbona 1437; Venezia 1508), sostiene che una chiave per la possibile lettura del detto di Rabbì Chaninà, si trovi nel racconto biblico della Creazione. Nel secondo giorno del Ma’asè Bereshit, il Signore separa le acque superiori da quelle inferiori e i maestri del Talmud suppongono che proprio in questo momento si creò lo spirito sterile e infruttifero della polemica e i pesci, abitanti delle acque che vivono in contrasto continuo l’uno con l’altro (il pesce “grande” si ciba sempre di quello più “piccolo”), diventano anche simbolo della contesa disgregatrice. Dunque, secondo Rabbì Chaninà, il malato che ricerca il pesce è un immagine simbolica del popolo ebraico, disperso in esilio, diviso e dedito alla controversia che lo lacera sempre più dal suo interno. Ecco che, quando il popolo ebraico (il malato) si unirà e smetterà di cercare motivi per discussioni disgregatrici (il pesce), la strada per l’arrivo del Messia sarà preparata. Alla vigilia dell’inizio del prossimo ciclo annuale della lettura della Torah, auspico che già dal prossimo congresso dell’UCEI (5-8 dicembre), dove saranno necessarie “solo” proposte costruttive, si possa dimostrare nel nostro piccolo – come Ebraismo Italiano – di aver intrapreso il giusto percorso… Mo’adim le-simchà.

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova