Rassegna mensile di Israel, “Un patrimonio per tutti”

Il Corso di Laurea in studi ebraici apre il nuovo anno accademico con una prolusione della storica Anna Foa, che si svolgerà al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane cui parteciperanno il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini, Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il rav Riccardo Di Segni, direttore del Collegio Rabbinico Italiano, Giuseppe Fuà, presidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus, Enzo Campelli, coordinatore del Corso di Laurea in Studi Ebraici la storica Anna Foa e il direttore della rivista professor Giacomo Saban.
Punto focale della lectio magistralis gli Indici della Rassegna Mensile di Israel dal 1925 al 2005.
Professor Saban ci parli della Rassegna Mensile di Israel.
La Rassegna è nata nel 1925 a opera di Dante Lattes e Alfonso Pacifici e, salvo un’interruzione di dieci anni durante il periodo dei provvedimenti razzisti e nel primo dopoguerra fra il 1938 e il 1948 ha continuato a essere pubblicata fino a oggi. E’ l’unica rivista che, accanto a temi generali di cultura ebraica, si occupa degli aspetti storici e culturali che interessano l’ebraismo italiano ed è divenuta da tempo uno strumento indispensabile allo studioso della storia, del pensiero, della letteratura degli ebrei in Italia.
Quale è il valore di questa indicizzazione?
Da molti anni si sentiva l’esigenza di avere un indice completo di tutta la collezione. In passato, in occasione del ventesimo compleanno della Rassegna c’era stata un’indicizzazione parziale ma la gente sentiva l’esigenza di un’indicizzazione completa. E’ soltanto a partire dal 2004 che grazie all’interesse e alla collaborazione della Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia, che è stato possibile realizzare questo progetto grazie anche all’impulso di due storici Anna Foa e Mario Toscano. Il lavoro è stato realizzato grazie al prezioso lavoro svolto dalla dottoressa Silvia Rebuzzi e dalla dottoressa Micaela Vitale.
Quale è il valore dei contenuti della Rassegna Mensile per uno studioso?
Il valore dei contenuti della Rassegna è enorme e non solo per gli studiosi. La Rassegna contiene articoli che rispecchiano l’epoca in cui gli studiosi che vi hanno scritto sono vissuti ma hanno anche un immenso valore storico. Per fare un esempio Amos Oz in un suo celebre romanzo parla di Joseph Klausner ebbene Klausner ha scritto sulla Rassegna. La Rassegna contiene articoli di personaggi di dimensione internazionale che sono fonte di studio e materiale per gli storici di domani oltre ad essere una vetrina di quello che accade oggi. E direi di più l’importanza che ha saputo acquistarsi la Rassegna nel mondo della cultura è dimostrata dal fatto che un’istituzione accademica internazionalmente nota, la Jstor, ci ha chiesto l’autorizzazione di riprodurre integralmente e in forma identica come presentazione interamente a sue spese, la collezione completa della Rivista, fin dalla sua fondazione.
Che significa questo?
Significa che in questo modo gli studiosi di tutto il mondo possono accedere a tutti i contenuti della Rassegna perché la Jstor può offrire la riproduzione dell’articolo in formato originale, in sostanza la JStor avrà una funzione di servizio, gli studiosi di storia ebraica italiana possono avere bisogno di documenti e la Jstor può procurarglieli.
Che cosa significa per lei dirigere una rivista come questa?
Direi una grande responsabilità, perché vorrei essere all’altezza dei miei predecessori. La Rassegna è stata diretta da Dante Lattes, il rav Giuseppe Laras, Augusto Segre, Guido Fubini e Amos Luzzatto che hanno una levatura intellettuale ebraica superiore alla mia che ho competenze in campo scientifico.
Che cosa dirà oggi pomeriggio alla presentazione degli indici?
Dirò che da anni ci si augurava di avere questo strumento di lavoro e ora è stato anche messo in rete, era una cosa voluta da studiosi competenti e qualificati nel campo che non sono lettori casuali e di questo mi sento davvero soddisfatto.

Lucilla Efrati