Gino Bartali nascose la famiglia Goldenberg

Si apre un nuovo e straordinario fronte della Memoria su Gino Bartali, grandissimo corridore ma anche eroico salvatore di ebrei durante la seconda Guerra Mondiale che lo vide in prima linea nell’opera di salvataggio di centinaia di perseguitati tra Toscana e Umbria. Il fiumano Giacomo Goldenberg racconta infatti su Pagine Ebraiche di gennaio (in distribuzione nei prossimi giorni) di essere stato nascosto per alcuni mesi nella cantina di una casa fiorentina di proprietà di Ginettaccio e di suo cugino Armandino Sizzi insieme ai suoi familiari (padre, madre e una sorellina) e di essere pronto a fornire una versione scritta dei suoi ricordi da inviare allo Yad Vashem per contribuire all’appello lanciato da Pagine Ebraiche in primavera in cui si chiedevano a gran voce testimonianze di sopravvissuti per piantare un albero in onore di Bartali nel giardino in cui si celebrano i Giusti della Shoah. Fino ad oggi l’appello aveva permesso di raccogliere due preziose testimonianze cartacee a cui si affiancano adesso le parole di Goldenberg che rivelano ancora una volta il grande cuore e il grande eroismo di Bartali. Raggiunto telefonicamente da Adam Smulevich nelle scorse ore, Goldenberg indica in uno stabile di via del Bandino nel quartiere di Gavinana il luogo in cui fu nascosto negli ultimi mesi di occupazione nazista della città. “Gino e Armandino – dice Goldenberg – sono due eroi della Resistenza a cui devo la vita”.