Amalek…

Una vasca da bagno bollente. Nessuno le si avvicina, perché scotta. Poi arriva “il matto”, ci si butta dentro, si ustiona. Ma dopo di lui tutti quanti possono farci il bagno. Sembra strano, ma è con questa immagine che il midrash spiega la storia di Amalek che attacca gli ebrei dopo l’uscita dall’Egitto, che leggeremo questo Shabbat. La Torà (in un altro brano, Dev. 25:18) dice che Amalek “qarekhà baderekh”, che può significare “ti ha incontrato per strada” oppure “ti ha contaminato” oppure “ti ha raffreddato”. Amalek è il matto che anche facendosi male ti ha raffreddato, trasformandoti da inattaccabile a esposto a ogni rischio. Cosa c’è dietro questa strana esposizione? Amalek rappresenta il pericolo permanente per Israele, quello che si fa vivo quando uno pensa di stare tranquillo perché ormai le ha passate di tutte, quello che pur di farti del male non si preoccupa di far male a se stesso. Ma chi è Amalek? Troppo facile identificarlo con il male esterno, con l’antisemita di turno. Amalek sta fuori, ma è anche dentro di noi, dentro ognuno di noi. E’ quello che raffredda la vasca bollente, che indica, secondo rav Hutner colui che sottovaluta, deride e banalizza ogni momento di grandezza.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma