Manna…

“…..non è stata data la Torah altro che a coloro che mangiano la Manna….”. Rabbi Shimòn ben Yehoshua attraverso questo insegnamento ci indica come la dimensione della Manna è una condizione esistenziale e necessaria per sintonizzarsi con la Torah. La Manna è quel cibo gratuito che scende ogni giorno dal Cielo che accompagna il dono della Torah. E’ un cibo per il quale non ci si deve preoccupare per procurarselo, viene digerito completamente, non ne avanza mai niente, ciò che avanza va a male e fa vermi. Oggi non possiamo più avere la Manna e benediciamo invece per un pane che esce dalla Terra, che è il cibo per cui si suda. La parola “lekhem” pane, è contenuta infatti nella parola “milkhamah” guerra. La vera guerra dell’uomo è quasi sempre per il pane. Ma della Manna ci resta soprattutto l’insegnamento a prendere le distanze dall’accaparramento e dall’avidità, caratteristiche inconciliabili con la dimensione della Torah. Difficile di questi tempi riuscire ad addormentarsi sereni e fiduciosi che il giorno successivo troveremo nuovamente cibo sufficiente! Ma la smania di riempire frigoriferi e dispense solo per tentare di placare le nostre angosce quotidiane è ciò che continua a restare incompatibile con la pedagogia della Torah. La Manna infatti è anche quel cibo intorno al quale ci viene dato lo Shabbàt, ancor prima del Decalogo, quella dimensione nella quale, più di ogni altra, dovremmo rallegrarci di ciò che abbiamo evitando di guardare nel piatto degli altri, imparando che ogni uomo non ottiene nulla di più o di meno di quanto Ha Shem gli ha destinato.

Roberto Della Rocca, rabbino