Il pregiudizio antiebraico nell’epoca di Internet

“Su internet c’è una sorta di virus che si chiama pregiudizio e falso storico e che amplifica questa antica persecuzione disumana”. E’ il il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ad aprire insieme al presidente Ucei, Renzo Gattegna la tavola rotonda “Informazione, mistificazione, falsi storici: il pregiudizio antiebraico nell’epoca Internet” promossa dalla Presidenza del Consiglio e dall’Ucei per celebrare il Giorno della Memoria cui hanno partecipato la storica Anna Foa, David Meghnagi, direttore del Master in didattica della Shoah, Milena Santerini, sociologa dell’Università cattolica del Sacro Cuore a Milano, Ernesto De Cristofaro, giurista dell’Università di Catania e il giornalista Rai, Roberto Olla moderati dal Consigliere Ucei Victor Magiar.
“C è un’amplificazione notevole – ha aggiunto Letta – attraverso forme nuove delle vecchie forme di pregiudizio”. Ricordando la lista apparsa solo pochi giorni fa sul forum neonazista Stormfront con i nomi di professionisti ebrei che influenzano negativamente il mondo.
Per questo, ha sottolineato Letta, è necessario trovare forme e strumenti nuovi per combattere questo pregiudizio. Dello stesso avviso Renzo Gattegna: “La notizia della lista, si è diffusa quando il tema di questo convegno era già stato deciso, questo ha rafforzato la convinzione che la decisione era giusta” osserva Gattegna passando subito dopo a ricordare i dati diffusi dal Centro di documentazione ebraica di Milano, su ricerche della Polizia Postale,- che indicano nel 2009 un aumento di 400 nuovi siti antisemiti, ovvero 1200, rispetto agli 800 dell’anno prima, dato che è ancora in crescita nel 2010. E’ la professoressa Anna Foa a fare per prima il punto della situazione rilevando le due “forme” del nuovo antisemitismo sul web: la mancata distinzione tra vero e falso storico e la teoria del complotto che affiora in tutti questi siti. In tutti i siti antisemiti, sottolinea infatti la Foa per fare un esempio, compare la questione delle Torri gemelle, che non siano mai esistite o che la loro distruzione sia frutto di un complotto degli ebrei, avvisati prima che le Torri crollassero. “Per questo bisogna lavorare – ha esortato la storica – smontando dal di dentro queste due forme di antisemitismo, con un lavoro che devono fare insieme insegnanti e studenti”.
E’ d’accordo David Meghnagi,che interviene sugli “Stati mentali di diniego. Una lettura psicoanalitica applicata ai processi storici”. Secondo Meghnagi “l’Italia non ha ancora elaborato il suo ‘peccato d’origine’: le leggi razziali del 1938”, ricordando come forma di negazione, la scomparsa dei materiali dell’epoca per la Mostra sulla razza alla Sapienza: “anche questo – ha detto Meghnagi, contrario ad una legge sul negazionismo – è diniego della realtà come avviene nei siti antisemiti sulla rete” e precisa “la cancellazione del passato equivale a cancellare il futuro”. Individuando poi una diversa soluzione: “Tutto questo non si può combattere attraverso un dispositivo giuridico, ma solo attraverso la restituzione della sua profondità alla conoscenza”.
Secondo la sociologa Milena Santerini non basta la conoscenza e precisa che “C’è una galassia dell’odio molto simile che si parli di antisemitismo o di razzismo” è necessario quindi “combattere tutte le forme di razzismo e pregiudizio insieme”.
A concludere la tavola rotonda è il giornalista del TG1 Olla, che nel lasciar scorrere le immagini di due documentari uno della propaganda nazista e l’altro girato dagli americani e diffuso all’apertura del processo di Norimberga, cui i giovani che utilizzano internet potrebbero trovarsi di fronte, sollecita il pubblico a un bilancio a dieci anni dall’istituzione del Giorno della Memoria, su che cosa accadrà nei prossimi anni, quando i testimoni non ci saranno più.

l.e.