Qui Milano – La terza generazione per la Memoria e contro il razzismo

Continua il contributo dei giovani ebrei d’Italia al Giorno della Memoria. Nell’incontro “Testimoni e alla terza generazione” organizzato dall’Ugei in collaborazione con la Comunità ebraica di Milano al circolo della stampa, Sharon Reichel, membro del Consiglio Ugei, rav Giuseppe Laras, e Riccardo Hofmann, consigliere UCEI, davanti a una platea composta in maggioranza da studenti liceali, hanno discusso a proposito del ruolo che figli e nipoti di chi ha vissuto la Shoah sulla propria pelle, devono assumersi nel portare avanti il ricordo.
Senza dimenticare che il passato deve costituire una lezione per il presente, e deve rappresentare un monito a combattere i mali della società. Così la mattinata é proseguita con una tavola rotonda dedicata al tema del “Razzismo oggi”, moderata da Paola D’Amico, giornalista del Corriere della Sera, con la partecipazione di Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità ebraica di Milano, Bruno Dapei, presidente del Consiglio provinciale, Manfredi Palmeri, e Pierfrancesco Majorino, rispettivamente presidente e capogruppo del Partito democratico del Consiglio comunale di Milano, Dounia Ettaib dell’Associazione donne arabe d’Italia e don Roberto Davanzo, direttore della Caritas ambrosiana. “Quale e quanti razzismi oggi in Italia? Quali gli strumenti per combatterli?” Queste le difficili domande cui trovare una risposta, tenendo sempre a mente le conseguenze che il razzismo portò in Italia e nel resto d’Europa solo pochi decenni fa. Tanti i temi affrontati, dalla necessità di non sottovalutare il fenomeno e di essere a pronti a riconoscere in se stessi l’esistenza della paura del diverso, per evitare di farsene condizionare, all’importanza dell’educazione, e del non voltarsi dall’altra parte nel momento in cui si assiste ad atti di intolleranza. Chiudendo con la proposta formulata da Manfredi Palmeri “che il rifermimento alle ‘razze’ scompaia anche quando si tratta di parlare della necessità di non discriminazione delle stesse, perché il mero uso del termine implica un riconoscimento della loro esistenza, idea che invece dobbiamo contrastare con tutte le forze”.

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