impurità…

Nell’ordine delle letture delle parashot di questi giorni, dopo Sheminì, che tratta degli animali che è consentito o meno mangiare, si passa a Tazria’, che parla di varie forme di impurità, tra cui la tzara’at, che si presenta come malattia della pelle e come macchia sui muri delle case. L’ordine logico, secondo i commentatori, è lo stesso della storia della creazione, prima gli animali, poi l’uomo.La tzara’at, grossolanamente ma non sicuramente identificata con la lebbra, è vista nella stessa Torah come una punizione per l’uso improprio della parola, come avvenne a Miriam che aveva criticato il fratello Mosè. Un danno morale procurato con qualcosa di invisibile ma udibile, come la parola, diventa una macchia visibile sul corpo. In tal modo Torah accosta in successione le cose che rendono impuro l’uomo entrando nel suo corpo e quelle che lo rendono impuro uscendo dal suo corpo. E’ notevole il fatto che la rivoluzione cristiana contro la Torah inizi proprio scardinando questa associazione, proclamando l’impurità solo per ciò che esce dalla bocca. La resistenza ebraica nella fedeltà alle sue radici assume significato anche alla luce di questo confronto.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma