Elisheba Rachel, un ricordo

“Sai come mi sento? Mi sento come una gatta su un tetto che scotta”. Così si rivolge Maggie “la Gatta” ad un Paul Newman poco più che trentenne, nel film di Richard Brooks tratto dal dramma di Tennessee Williams; e qual’è un tetto più scottante dell’ebraismo?
Elisheba Rachel, nata Elisabeth Rosemond Taylor, in arte Liz, e poi divenuta, durante i suoi otto matrimoni, tutti vissuti intensamente, Elizabeth Hilton, Wilding, Todd, Fisher, Burton, e ancora Burton, Warner e Fortensky, si scelse questo nome quando, nel 1959, all’età di 27 anni, dopo nove mesi di studio, decise di convertirsi all’ebraismo, di fare un ghiur.
Lei, nata in Inghilterra da genitori statunitensi di fede cristiano scientista, cominciò molto presto ad intuire quella che sarebbe stata la sua religione e in particolare, da subito iniziò ad avere dei legami con quello che sarebbe divenuto, una ventina di anni più tardi, lo Stato d’Israele.
Quand’era ancora molto giovane, prim’ancora d’impersonare Priscilla in “Torna a casa Lessie”, o del suo primo film, “There’s One Born Every Minute”, debutto che avrebbe segnato l’inizio della sua settantenne carriera, andava spesso a trovare la sua famiglia un certo Victor Cazalet, membro del Parlamento Inglese e attivo sostenitore per la creazione di uno stato ebraico.
Elyzabeth Taylor si dedicò per tutta la vita al supporto della causa sionista, non interessandosi se quest’ultima sarebbe potuta entrare in conflitto con la sua carriera, cosa che poi successe.
Nel 1967 le fu infatti impedito dal governo egiziano di completare le riprese del film al quale stava lavorando, in quanto ebrea, e perché quella Cleopatra dagli occhi viola aveva acquistato dei bond israeliani per una cifra vertiginosa: più di un milione di dollari!
Nel 1974 lei e Richard Burton, il suo vero grande amore, avrebbero anche voluto sposarsi in Israele, ma non fu loro possibile, perchè lui non era ebreo.
L’anno successivo, quando ci fu la crisi di Entebbe, la Taylor si offrì come sostituta per salvare gli ostaggi, cosa che poi non si rivelò più necessaria, grazie a quella grandiosa operazione dell’allora invincibile esercito israeliano.
Numerose furono anche le sue attività di beneficenza in favore di enti ebraici, come la sua partecipazione alla raccolta fondi per la Jewish National Fund.
Il suo funerale, al Forest Lawn Memorial Park, sebbene iniziato con 15 minuti di ritardo rispetto a quanto prefissato su stessa richiesta dell’interessata, poiché voleva essere in ritardo anche in quell’occasione, è stato in stile rigorosamente ebraico: una cerimonia privata, presieduta da Rav Jerry Cutler.
Elizabeth Taylor, Elizabeth Burton, Elisheba Rachel; comunque Liz, che, come titolava La Stampa di qualche settimana fa, era l’ultima star di una spece estinta perché, come lei, non ce ne sono più.

Tommaso De Pas