costruttività…

Gli ebrei quando litigano anche duramente su certi argomenti possono avere una consolazione (che sia magra è poi da vedere): non è mai un problema nuovo e qualcuno ha già detto qualcosa di importante qualche secolo o qualche millennio prima. Proprio mentre esplode (o viene soffocata, secondo le opinioni) l’ennesima crisi di leadership e di rappresentanza nostrana, siamo tenuti a leggere il tesoro di saggezza rabbinica chiamato Avoth “I padri”, un capitolo a settimana in attesa di Shavuot. Il capitolo della settimana riferisce gli insegnamenti di Rabban Gamliel figlio di rabbi Yehudà haNasì, presidente del Sinedrio agli inizi del terzo secolo, in un raro momento di brillanti rapporti con il potere imperiale romano. Diceva Rabban Gamliel: “Tutti coloro che si adoperano con [per] il pubblico [cioè: lavorano per la società, la comunità] lo facciano insieme al pubblico a scopi superiori, [con la consapevolezza e il conforto che] il merito dei padri li sostiene, e [il frutto del]le loro buone azioni permane per sempre… State attenti al potere, perché non avvicina le persone se non per interessi propri, sembrano amici nel momento del loro vantaggio, ma non sostengono le persone nel momento del bisogno”.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma