Pesach Shenì…

Stasera e domani è Pesach Shenì, una sorta di Pesach di “riserva” per coloro che non hanno potuto fare il sacrificio pasquale a suo tempo o perché in stato di impurità o perché impossibilitate a raggiungere il Santuario. In questo giorno non si recita il Tachanùn (preghiera di supplica), qualcuno usa mangiare matzòt o dolci di Pesach per richiamare alla memoria l’atmosfera della festa passata. Qual’ è il senso di tutto ciò? Perché prevedere, dopo un mese, un “recupero” per Pesach, cosa impensabile per qualsiasi altro adempimento? Pesach è il momento, più di ogni altro, in cui ci si riconosce come popolo e nel quale ognuno si riappropria dell’identità ebraica. E soprattutto per quegli ebrei che si sono “…resi impuri, o che si trovano – bederekh rechokà – in un percorso lontano…..” (Numeri; 9, 10), deve essere sempre concessa un’altra chance.

Roberto Della Rocca, rabbino