Qui Roma – Stefano Gay Tachè, emozioni e memoria

Hanno un’età che Stefano non ha potuto raggiungere. Sono i ragazzi di 13 scuole e 40 classi romane. Un esercito colorato di cappellini (molte anche le kippot) accorso numeroso questa mattina in piazza del Campidoglio per la cerimonia finale della nona edizione del Premio Stefano Gay Tachè, concorso per l’infanzia dedicato all’accoglienza e intitolato alla giovanissima vittima dell’attentato alla sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982. Evento luttuoso per Roma e per i suoi ebrei che l’anno prossimo, in occasione del trentennale, Comune e Comunità ebraica ricorderanno assieme in una assemblea congiunta. Ad accogliere i bambini in Campidoglio oltre al sindaco Gianni Alemanno, l’assessore comunale Gianluigi De Palo, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e il presidente dell’associazione Ebraismo e dintorni Raffaele Pace. Presenti tra il pubblico i genitori di Stefano Gay Tachè e suo fratello Gadi. Una festa di colori e voci quella odierna, scandita per tutti i bambini da targhe e foto ricordo sul palco. Emozioni e applausi fortissimi quando gli alunni della scuola primaria paritaria ebraica Vittorio Polacco hanno intonato Eli Eli e Shir Hamalot. Nel suo intervento il presidente Pacifici ha annunciato il progetto di spostare la sede legale della Comunità ebraica in largo Stefano Gay Tache ed esortato i bambini a farsi promotori di iniziative che portino all’intitolazione di una scuola romana al piccolo Stefano. Pacifici ha poi annunciato il prossimo inserimento di Gay Tachè, da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella lista dei nomi solennemente commemorati ogni 9 maggio in occasione del giorno della Memoria delle vittime del terrorismo. “Il 9 ottobre del 1982 è una data che deve entrare nella memoria collettiva italiana” il suo commento. Un pensiero congiunto da parte di Alemanno, Pacifici e Pace è andato infine a Gilad Shalit, soldato israeliano da quasi cinque anni nelle mani di Hamas. “Purtroppo Stefano non siamo riusciti a salvarlo, ma con Gilad ce la faremo” ha promesso il primo cittadino della Capitale.