On ben Pelet…

La rivolta di Korach contro Mosè l’abbiamo letta lo scorso Sabato, ma c’è a proposito uno strano midrash che continua a stuzzicare l’attenzione. Già, perché i midrashim non sono affatto semplici, e proprio nelle loro pieghe si nascondono i messaggi più importanti. Il problema di questo midrash era di spiegare come mai nella lista dei congiurati all’inizio della storia compare un nome, quello di On ben Pelet, che poi scompare. La risposta è che il buon uomo era stato convinto dalla moglie a ritirarsi. La signora gli aveva fatto capire che in quella storia non ci avrebbe guadagnato molto; gregario era e gregario sarebbe rimasto. Di solito questa è stagione di matrimoni e il midrash è citato dai rabbini davanti alle future coppie per dimostrare come e quanto bisogna stare a sentire le mogli e non fare di testa propria. Ma la storia non finisce qui. Perché, discutendo con la moglie, On le dice che si era impegnato, aveva giurato e non poteva mancare all’appuntamento. La moglie gli risponde che ci avrebbe pensato lei. Lo nasconde nella tenda e si mette lei sulla porta della tenda in abbigliamento un po’ disordinato. In modo tale che quando i congiurati vanno a cercare On e vedono la signora sulla porta, loro, che sono molto religiosi, non osano avvicinarsi per motivi di pudore e modestia. Così On è salvo. Il messaggio collaterale, curioso e neppure tanto subliminale è che i congiurati contro Mosè sono persone perbene, osservanti e pudichi. Che potrebbe essere ripreso per dire: vedi questi religiosi, non ci si può fidare di loro. Oppure: non basta essere religiosi e osservanti per capire come vanno le cose del mondo.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma