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Le letture della Torah di queste settimane (Bemidbar 25:3-5 e Devarim 4:3) citano con il nome di Ba’al Pe’or una divinità cananea, caratterizzata, secondo il Talmud, da forme di culto osceno, che avrebbe attirato molti ebrei nel deserto causando una sequela di drammi e punizioni. Già nella Bibbia i nomi delle divinità venivano deformati, sia per evitare di nominarli come erano, sia per ironizzare: ba’al, il signore, diventava boshet, la vergogna; ba’al zevul (una radice che indica l’abitazione sacra, l’eccellenza) trasformato in zevuv, la mosca. I nomi biblici delle divinità pagane sono poi diventati nella demonologia cristiana nomi di diavoli, da Belzebù (Ba’al zevuv o zevul) a Belfagor (ex Ba’al Pe’or, noto per una novella di Machiavelli). Da più di 60 anni Belfagor è il nome di una prestigiosa rivista culturale, in questi ultimi giorni sotto attacco per un articolo molto critico su Israele. Strano destino dei nomi.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma