Un tuffo nel futuro

I bambini che si tuffano nella piscina della figlia di Gheddafi sembrano riprendersi uno spazio inaccessibile, che era stato loro tolto. Il tuffo è una sorta di profanazione liberatoria del luogo occulto del regime, a ben guardare null’altro che il regno del kitsch. La tirannia esibisce il vuoto grottesco su cui ha costruito il proprio crudele dominio. E mette a nudo l’isolamento di cui si è alimentata. Come ogni altra tirannia, anche quella del Rais, è crollata dopo decenni, distrutta non da circostanze esterne, bensì sgretolata dall’interno del suo mondo fittizio. Proprio per questo lascia dietro di sé le rovine di una realtà scomposta dove lo spazio pubblico deve essere ricostruito. Finché questo spazio non sarà di nuovo agibile, finché le relazioni tra i futuri cittadini, vissuti come sudditi del terrore, non saranno ripristinate, finché non saranno offerte le condizioni di una democrazia, tutti i giudizi, le deduzioni, le previsioni rischiano di essere affrettati e arbitrari.

Donatella Di Cesare, filosofa