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Sarebbe ormai utile un bollettino che aggiornasse costantemente sulle vicende europee, non solo relativamente a quelle di natura economica. L’ultima è che il parlamento islandese sta preparando una legge per punire il precedente governo di centro-destra, che ha portato il Paese alla bancarotta non avendo previsto le conseguenze della politica finanziaria su cui aveva incentrato la propria azione economica. Una cosa simile sta avvenendo in Ungheria. Certamente, la distanza fra le due nazioni è immane, qualcuno sostiene anche che in Islanda si sia consumata una vera e propria truffa ai danni dei cittadini, ma non posso non rilevare l’apertura di una deriva pericolosa, che spero non venga riproposta nelle imminenti campagne elettorali che si svolgeranno nel Continente. Queste leggi dal sapore retroattivo sembrano rispondere alla ricerca di un capro espiatorio che può avere conseguenze nefaste, soprattutto per le minoranze. Non mi sembra, per ciò che so, che l’ebraismo europeo stia dicendo qualcosa in merito. Pensare al Medioriente è per ogni ebreo doveroso, ma non esenta dal riflettere su ciò che accade nel luogo dove si abita.

Davide Assael, ricercatore