Elena Di Porto, il coraggio e la Resistenza

Elena Di Porto, antifascista romana, tra le figure emblematiche della Resistenza ebraica in Italia, è stata ricordata questa mattina nei pressi della lapide, posta sul fianco della sinagoga maggiore della Capitale, in cui si commemorano i partigiani ebrei vittime del nazifascismo. Un giorno speciale, quello scelto per onorare questa figura paradigmatica di combattente, più volte protagonista di episodi di coraggio durante il regime. Oggi sarebbe caduto il suo novantanovesimo compleanno. Così amici e parenti, capitanati dal nipote Marco, si sono riuniti per il secondo anno consecutivo in Lungotevere De Cenci assieme ai vertici comunitari, ad esponenti dell’Associazione Nazionale Partigiani e dell’associazione Italia-Israele, al direttore del nascitore Museo della Shoah Marcello Pezzetti e al segretario cittadino del Partito Democratico Marco Miccoli. Presenti alcuni studenti della vicina scuola ebraica. “La chiamavano Elenuccia la matta, ma ci fossero stati altri ‘matti’ come mia nonna forse contro i nazifascisti si sarebbe potuto fare di più” ha detto Marco Di Porto. La donna, a stretto contatto con i partigiani, avvisò in anticipo la Comunità dell’arrivo dei nazisti nel quartiere ebraico e della successiva deportazione verso i campi della morte. Ma non fu creduta.
In occasione della cerimonia odierna il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici si è impegnato a spostare la lapide dedicata ai partigiani ebrei accanto al portone di ingresso del luogo di culto. L’operazione, ha affernato, verrà effettuata entro le prossime celebrazioni del 25 aprile.

a.s.