Shechità: il Senato olandese riafferma le libertà religiose Si diffonde il sollievo fra ebrei e islamici dei Paesi Bassi

Una grave violazione del diritto costituzionalmente riconosciuto alla libertà religiosa. Su queste basi il prossimo 20 dicembre la maggioranza dei senatori olandesi voterà contro la proposta di vietare la macellazione rituale kasher e halal nei Paesi Bassi. Dopo un lungo esame e accesi dibattiti, dalle consultazioni dei giorni scorsi è emerso che il Partito Animalista olandese, promotore della controversa iniziativa proibizionista, non riuscirà ad ottenere la maggioranza dei voti alla Camera Alta (nell’immagine), ultimo scoglio per l’approvazione della legge.
Tirano un sospiro di sollievo le Comunità ebraiche e islamiche d’Olanda, unite in questi mesi per invertire il preoccupante risultato dello scorso 28 giugno quando 116 deputati votarono a favore della legge anti-shechitah e dhabihah a fronte di soli 30 contrari. Alla Camera bassa, infatti, vi era stato un sostanziale appoggio trasversale alla proposta di Marianne Thieme, leader del partito animalista, che invocava la proibizione di pratiche di macellazione che non prevedessero lo stordimento preventivo dell’animale (shechitah e dhabihah appunto). Liberali, socialdemocratici, il partito nazionalista di Geert Wilders, noto per posizioni xenofobe ma sempre dichiaratosi “amico degli ebrei e di Israele”, diedero il loro voto favorevole. Dei 30 contrari, il partito di ispirazione cattolica è stato fra i maggiori sostenitori delle ragioni della comunità ebraica.
Partita diversa quella giocata al Senato, con i rappresentanti del partito liberale a combattere per i diritti alla libertà religiosa, lavorando assiduamente per convincere gli altri partiti a votare contro il disegno di legge. Durante il dibattito in aula, senatori laburisti, della democrazia cristiana olandese e del partito cristiano ortodosso hanno sottolineato la pericolosità di un provvedimento gravemente restrittivo per la libertà religiosa. Non solo, è stato fatto notare come non vi siano prove accertate che lo stordimento preventivo provochi meno stress e dunque possa essere considerato una pratica più efficace per la tutela della dignità dell’animale.
“Siamo felici che la macellazione kosher, pratica millenaria della tradizione ebraica, non qualificabile come barbara o crudele, non sia più a rischio nei Paesi Bassi. Questa è una vittoria della ragione e della libertà religiosa sullo zelo politico” ha commentato il presidente del Congresso ebraico mondiale Ronald Lauder.
La oramai probabile bocciatura è stata possibile anche grazie alla mediazione di Henk Bleker, viceministro all’agricoltura olandese. Bleker ha proposto di avviare una discussione con i rappresentanti delle comunità ebraiche e musulmane, ipotizzando l’introduzione di eventuali miglioramenti nel processo di macellazione senza compromettere l’integrità della pratica kasher e halal.
Contraria a questa soluzione Marianne Thieme che ha respinto l’apertura del viceministro Bleker, sostenendo che lo stordimento preventivo è uno strumento fondamentale per alleviare la sofferenza dell’animale.
Il presidente della Comunità ebraica di Amsterdam, Ronnie Eisenmann ha dichiarato “come ebrei, siamo sollevati che il Senato presti attenzione ai diritti degli animali senza voler minare la libertà religiosa. Noi condividiamo le preoccupazioni sul benessere degli altri esseri viventi e in questo senso rispettiamo gli sforzi di Marianne Thieme. Il nostro invito a discutere con le di queste tematiche è sempre aperto ma il rifiuto categorico alla macellazione rituale ebraica è contrario, come Thieme sa, ai diritti costituzionalmente riconosciuti”.

Daniel Reichel