…bilanci

Il primo Giorno della Memoria (27 gennaio 2001) non può essere uguale al prossimo (il dodicesimo) Giorno della Memoria. Il problema non è se ora ne sappiamo più di allora o se si è esaurita una fase creativa o riepilogativa. Il Giorno della Memoria è un “termometro del presente” ovvero è una scadenza in cui siamo chiamati a riflettere sul tempo trascorso, su ciò che differenzia quel giorno da quello dell’anno precedente. Non tanto perché il tempo della Shoah si allontana, ma soprattutto perché in questo nostro tempo altre emergenze ne fanno riscrivere la sensibilità, obbligano a pensare le forme in cui la memoria si organizza, i linguaggi in cui essa si esprime; e i percorsi simbolici e iconici attraverso i quali essa si fa rappresentare oggi. Nel “Giorno della Memoria” non c’è un tempo sospeso che guarda indietro. Ci siamo noi, qui e ora, con i conflitti di oggi, le parole che usiamo, le tensioni che viviamo, il presente che ci interroga. Non sul passato, ma su noi qui e ora.

David Bidussa, storico sociale delle idee