Qui Casale – La neve e la luce

Nel Giorno della Memoria anche la neve caduta copiosamente su Casale Monferrato ha aggiunto qualcosa ai ricordi. Doveva presentarsi così, bianco e silenzioso, Auschwitz ai soldati russi giunti alle soglie dell’orrore il 27 gennaio 1944. Ma la neve non ha impedito a tanti: cittadini, ragazzi delle scuole e amici venuti anche da lontano, di accorrere nelle sale della Comunità ebraica, domenica 29 gennaio, per dare il loro contributo alla Memoria.
Un contributo non solo di vicinanza ideale con le vittime della Shoah monferrine, ma anche concreto, visto che per la celebrazione di quest’anno la Comunità ha voluto allestire una “Stanza della Memoria” invitando chiunque avesse un pensiero capace di rievocare quegli anni a portarlo nella “sala quadrata” che sorge vicino alla Sinagoga.
Un segno per rendere evidente come siamo destinati a ereditare il ricordo e il dolore di quegli avvenimenti, anche dopo che i testimoni diretti ci avranno lasciato. Come fiocchi di neve si “depositano” sulle pareti della sala gli oggetti più diversi: ci sono i due ritratti a olio del pittore casalese Mazzoli, bellissimi e profondi, ma che purtroppo ricordano chi, della famiglia Ottolenghi, non è riuscito a salvarsi. Ci sono le prove delle discriminazioni frutto delle leggi razziste raccolte dall’associazione Elisabeth Rothschild di Rivalta Bormida, c’è il contributo degli artisti locali: Gabriele Croppi, Fernanda Core, Camillo Francia, Silvio Wolf, Vito Boggeri, Angelo Ruga. E ci sono sopratutto i lavori delle scuole: l’Istituto Leardi, il Liceo Balbo, gli studenti di Occimiano, Terruggia e Morano, quest’ultimi con una raccolta che celebra Don Michelone, il parroco di Moransengo, ma nativo del paese del Po, recentemente nominato Giusto tra le Nazioni.
Il Monferrato può vantare anche un’altra persona ad aver ottenuto questo riconoscimento per aver aver messo la propria vita a repentaglio per la salvezza di ebrei braccati dal nazifascismo. Si tratta di Giuseppina Gusmano: a lei e a Gioconda Carmi è dedicato il bellissimo documentario realizzato da Massimo Biglia “L’ora del tempo sognato”. In comunità se ne è potuto vedere un assaggio: girato in bianco e nero, con un contributo dei ragazzi casalesi chiamati ad interpretare i loro coetanei di allora, il video ha la forza e la poesia di una fiction cinematografica di autore e se manterrà le premesse è destinato a farsi notare dalla critica.
Anche per questo il momento più toccante della cerimonia ha visto protagonista la giovanissima Giulia Marino, pronipote di Giuseppina Gusmano. Dopo che Elio Carmi e altri amici della Comunità ebraica hanno letto i nomi di tutti le vittime della Shoah di Casale e Moncalvo, a lei è toccata infatti l’accensione di uno dei 7 lumi che ricordavano i 6 milioni di ebrei e il milione di non ebrei sterminati nei campi di concentramento. Le altre lampade sono state accese dal presidente della Comunità ebraica Giorgio Ottolenghi, dal vicario generale del Vescovo Monsignor Antonio Gennario e da Adriana Ottolenghi, Mauro Bonelli, Riccardo Coppo e Riccardo Calvo.