Qui Roma – Marrani del Meridione

Marrani, uno dei capitoli più difficili e cruenti della storia ebraica, ma anche una delle pagine più affascinanti nella storia dell’età moderna. Una pagina legata all’identità ebraica e alle conversioni forzate (decine di migliaia) che trasformarono gli ebrei, come osserva Philip Roth, “da infedeli esterni alla Chiesa in eretici interni alla Chiesa”.
Se molto si conosce dei marrani della Spagna, per la presenza del Tribunale dell’Inquisizione, cui vennero sottoposti migliaia di ebrei, non è altrettanto semplice ricostruire la storia dei marrani del Meridione d’Italia. La conquista spagnola del Regno di Napoli, nel 1504, segnò la fine delle numerosissime comunità ebraiche dell’Italia meridionale, anch’esse costrette a scegliere tra esilio e accettazione del marranesimo. Quelli che restarono dovettero organizzare la propria vita religiosa con quel poco che rimaneva loro. Di questo e di molti altri aspetti problematici legati alla realtà dei marrani, come ad esempio alla difficoltà di individuare dopo 500 anni ascendenze certe nell’ebraismo, si è parlato ieri ad un convegno svoltosi al Centro Bibliografico Tullia Zevi dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dal titolo Marrani di ieri e di oggi, cui sono intervenuti, ciascuno con un taglio legato alla propria esperienza professionale e di vita, la storica Anna Foa, il rabbino capo di Napoli Scialom Bahbout e il medico Roque Pugliese. Durante l’incontro è stato proiettato il filmato “Marrani d’Israele o tradizioni in comune?” introdotto dalla coordinatrice UCEI Sira Fatucci, filmato che ha mostrato come in molti villaggi arabi in Israele vivano un gran numero di persone che sembra discendano da ebrei convertiti a forza all’Islam nel corso delle generazioni e che mantengono tradizioni ebraiche che sono costretti a nascondere. Moderava la serata Gadi Piperno, coordinatore del Dipartimento Educazione e Cultura UCEI e responsabile del Progetto Meridione.