Monti, i negoziati e il nodo Gerusalemme

Oltre alle commoventi parole espresse dal Presidente del Consiglio in visita allo Yad Vashem e al Tempio Italiano di Yerushalaym, e’ opportuno non dimenticare la posizione del governo italiano, cosi’ come sintetizzata sul “Corriere della Sera”: “Al termine degli incontri con Lieberman e Mazen, Monti, in conferenza stampa, ha sottolineato come «la questione palestinese vada risolta al più presto» e che l’Italia in Medio Oriente sostiene la soluzione di «due Stati» separati per israeliani e palestinesi che vivano «in pace l’uno accanto all’altro». Questa soluzione è da raggiungersi attraverso «il negoziato». Monti schiera saldamente l’Italia sulle posizioni europee, correggendo appena il governo Berlusconi, che stava nella scia di Israele e degli Stati Uniti.
«L’Italia, come la Ue, non riconoscerà modifiche dei confini del ’67 diverse da quelle concordate dalle parti». Con la guerra del ’67 Israele conquistò terreno a est, Gerusalemme e oltre, in Cisgiordania, territorio palestinese. La richiesta dei palestinesi è il ritorno ai confini del ’67 e la posizione europea, espressa da Monti è che solo le parti – israeliani e palestinesi – possono, assieme, segnare confini diversi. La questione è complessa, perché continuano in quella direzione gli insediamenti israeliani, ormai i coloni a est sarebbero circa 500 mila e tornare indietro pare impresa impossibile. La strada, delineata più volte negli anni scorsi, ma mai concretizzata, è quella di una compensazione, per i palestinesi, con territori a sud e un allargamento della Striscia di Gaza. Il nodo più duro da sciogliere resta quello di Gerusalemme, per Israele unica capitale possibile e indivisibile.

Sandro Natan Di Castro, Haifa