La Comunità ricorda il partigiano De Leoni

“Salutiamo il 25 aprile onorando la memoria di un grande partigiano”. Questo lo slogan che ha accompagnato, ieri sera al Palazzo della Cultura, la maratona orale organizzata dalla Comunità ebraica di Roma in ricordo di Ferdinando De Leoni, giovanissimo protagonista della Resistenza al nazifascismo e per molti anni presidente della sezione cittadina e regionale dell’Anpi oltre che presidente onorario dell’associazione nazionale. Un uomo che aveva dedicato la sua vita alla trasmissione dei principi di libertà e democrazia alle nuove generazioni, ma anche un amico sincero della Comunità ebraica che, una volta appresa la notizia della scomparsa – lo scorso novembre – aveva non a caso immediatamente manifestato l’intenzione di piantare alcuni alberi in suo onore in Israele. Filo conduttore della serata, moderata da Silvia Haia Antonucci dell’archivio storico comunitario, la lettura affidata agli studenti della scuola ebraica di alcuni stralci dal libro “Il falco vola, compagni addio!”, opera in cui Vincenzo Pompeo Calò ricostruisce con ampio respiro l’esperienza partigiana di De Leoni. Molti gli ospiti autorevoli che ieri hanno voluto portare una testimonianza. Tra gli altri il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti e il presidente dell’Anpi Roma e Lazio Vito Francesco Polcaro. Tra il pubblico l’assessore alla Memoria dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Victor Magiar. Per Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica capitolina, l’impegno a portare il libro di Calò nelle scuole e a sviluppare, a partire dal memorabile esempio di De Leoni, un percorso di conoscenza sulla Resistenza “che coinvolga tutti i nostri ragazzi”. Intervenendo sulla polemiche che stanno infiammando il corteo commemorativo della Liberazione che prenderà il via domani mattina all’Arco di Costantino e che erano state amaramente citate pochi minuti prima dalla stessa Polverini, Pacifici ha poi aggiunto: “Per il 25 aprile, festa di tutti, i diktat non sono ammissibili”.