Terremoto – Le comunità ebraiche aprono le porte contro la sofferenza e a tutela dei valori di solidarietà

L’Italia ebraica si mobilita e punta a una reazione determinata per gestire gli effetti del terremoto. Mentre il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna si accinge a riferire nella Giunta convocata per le prime ore di questo lunedì, 4 giugno, riguardo alla situazione, alle sofferenze riscontrate nei territori di competenza di comunità ebraiche gloriose e inscindibilmente legate alla storia italiana, come Modena, Mantova, Parma,Ferrara e Bologna, alla minaccia che grava su beni culturali di inestimabile valore per l’identità di tutti gli italiani; a livello locale prendono corpo le iniziative.
Non solo la solidarietà e le parole, ma soprattutto iniziative concrete. Un appello agli iscritti delle Comunità a donare in favore delle vittime del sisma è stato lanciato dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che ha invitato l’Ospedale israelitico della Capitale a mettere a disposizione il proprio personale medico e a porre in opera un progetto per portare gli operatori sociali delle Comunità esperti in campo psicologico a offrire il proprio contributo per alleviare il disagio dei soggetti più deboli, soprattutto anziani e bambini. E proprio per i bambini la Comunità ebraica di Trieste, con un messaggio dell’assessore Igor Tercon mette a disposizione le strutture della Colonia Carlo Morpurgo che si trovano sul Carso, a pochi passi dal confine con la Slovenia. Analogo annuncio per la colonia estiva di Caletta di Castiglioncello.
In un messaggio indirizzato ai colleghi della redazione di Articolo 3, l’osservatorio contro le discriminazioni nato a Mantova da un progetto congiunto fra Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità ebraica di Mantova, enti locali e moltissime organizzazioni rappresentative di minoranze sociali, culturali ed etniche, il coordinatore dei dipartimenti Ucei Informazione e Cultura Guido Vitale annuncia iniziative che mettono in luce, assieme a quello dei beni culturali, anche il valore delle persone impegnate sul fronte della vita e del lavoro quotidiano. “Ricevere regolarmente anche in queste ore il notiziario che assieme abbiamo voluto e che realizzate in condizione di difficoltà e con tanta fatica – si legge nel messaggio – assume per tutti noi che nella redazione del Portale dell’ebraismo italiano vi siamo accanto, un significato particolare. Il nostro impegno è quello di fare ogni sforzo per tutelare al meglio i beni in gioco. Non solo le insostituibili testimonianze culturali che segnano la storia millenaria delle città dove vivono gli ebrei italiani, ma anche il lavoro quotidiano dei giovani che riempiono di vita e di professionalità i valori e le speranze che gli ebrei italiani si tramandano di generazione in generazione. Affrontare le emergenze – prosegue il messaggio – significa alleviare il dolore, ma soprattutto proseguire con determinazione il lavoro di tutti giorni, senza lasciarsi fiaccare dalla sofferenza e dalla preoccupazione”. Una sessione di lavoro congiunto fra le redazioni prenderà l’avvio a Mantova nelle prossime ore.
E’ terra di gente forte, quella colpita dal sisma, gente pronta a rimettersi al lavoro per ricominciare, ricostruire, dopo le disgrazie, senza lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà. Lo ricorda intanto stamane, sulla prima pagina del Corriere della Sera, un grande ebreo modenese, il giornalista Arrigo Levi, nel suo intervento La mia gente forte e geniale. “A Modena si balla, ballano gli studenti e i professori, ballano i tramvieri e i negozianti, con un entusiasmo uguale a quello con cui ci si è rimessi al lavoro, per ricostruire i tanti edifici e posti di lavoro distrutti”, ha scritto. Nella sua Modena, la Comunità ebraica ha segnalato la formazione e l’allargamento di alcune crepe nei locali comunitari e in sinagoga e la caduta di intonaco nel matroneo. Non si registrano fortunatamente danni danni alle persone. Rimangono agibili la segreteria e quell’oratorio Donati dedicato proprio alla famiglia di cui lo stesso Arrigo Levi è discendente. Il giornalista esprime anche sollievo nell’apprendere che nel cimitero ebraico di Finale Emilia sono caduti alcuni alberi, ma le lapidi sono rimaste integre: tra le altre quella di Nathan Nathan, il primo avo emiliano di Arrigo Levi, che, giunto a Finale nel 1501, italianizzò il suo nome in Donato Donati. Proprio la straordinaria e storica integrazione della presenza ebraica nel tessuto culturale, sociale ed economico del territorio emiliano, di cui Levi è testimone, è messa in rilievo dal messaggio diffuso dai presidenti delle Comunità di Modena e Parma, Sandra Eckert e Giorgio Yehuda Giavarini, e del rabbino capo Beniamino Goldstein, fautori della proposta di aprire una sottoscrizione a nome dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rivolta a tutto il mondo ebraico italiano ed internazionale per portare sostegno ai loro concittadini colpiti.
A Modena, e poi Ferrara, Bologna, Parma, ma anche Mantova si registrano danni, ma apparentemente non gravi, ma molti locali sono inagibili fino al momento in cui le autorità competenti non avranno svolto tutti i controlli del caso. Così fotografa la situazione Annie Sacerdoti, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ed esperta dei beni culturali italiani, che dalle prime scosse del 20 maggio è in contatto con i presidenti delle Comunità per valutare la situazione.“ In generale i danni non sembrano gravi come si era temuto in un primo momento, ma ovviamente c’è grande tensione e preoccupazione nelle persone, per questo momento difficile di cui non si può prevedere un momento conclusivo”, racconta, illustrando poi la situazione nelle singole Comunità, a partire da Ferrara, dove è agibile soltanto una delle sinagoghe, la Scola Fanese “Tuttavia, è importante sottolineare che, per quanto riguarda la Scola italiana e quella tedesca, erano già previsti degli interventi di restauro strutturali” spiega Sacerdoti. Nelle palazzine contigue di proprietà della Comunità di Ferrara ci sono alcune crepe esterne, ma non sembrano esserci problemi alla struttura interna, mentre l’oggettistica e gli arredi non hanno subito danni.
A Bologna si segnalano crepe alle pareti della Comunità e del Museo, mentre la sinagoga di Reggio Emilia appena restaurata sembra essere completamente intatta.
Per quanto riguarda la situazione di Mantova, il presidente della Comunità Emanuele Colorni ha diffuso una nota informando che la sinagoga ha subito soltanto la caduta di alcune tegole, mentre chiusa in via precauzionale rimane la sinagoga di Sabbioneta, dove alcune crepe preesistenti nei muri si sono accentuate e sono caduti alcuni fregi in gesso all’interno della sala di preghiera. Non si segnalano lesioni nelle sinagoghe di Parma e Soragna.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked