Qui Bologna – Un anno per il rispetto

La differenza che c’è fra il popolo ebraico e gli altri popoli della terra è che, nel celebrare le proprie solennità, il popolo ebraico si assume anche l’onere di pregare il Signore per il bene di tutto il Creato.
Questo avviene in ogni periodo dell’anno, ma soprattutto durante i giorni chiamati Yamim Noraim – giorni severi, che sono Rosh haShanah e Yom Kippur. Ogni volta in cui, nelle preghiere di queste due grandi giornate si chiede al Signore il bene, lo si chiede per tutta l’umanità, affinché nessuno “dalle corna dei montoni fino alle uova di pidocchio” (tefillà ‘al parnassà) degli esseri del Creato possa aver bisogno di nulla. Nelle Selichot, le preghiere penitenziali che si recitano la notte (alcuni dal I° di Elul, altri nei giorni precedenti Rosh haShanah) si chiede al Signore che, per l’anno che sta entrando, possa riservarci ogni bene, da quello morale a quello materiale, fra cui quello della pace e dell’amicizia verso il prossimo.
Possa essere quello che sta entrando, un anno all’insegna della pace fra gli uomini e del rispetto per ogni essere vivente. Takhel shanà u virkotea.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna