Qui Londra – L’Aron e il gioco

L’Aron del “Nord Italia” (XVII-XVIII secolo) è sempre, a mio avviso, il pezzo forte della collezione del Museo ebraico di Londra, anche nella più nuova sede di Camden Town. Dopo averlo a lungo ammirato, la mia attenzione si è volta, al piano di sopra, a un gioco interattivo dedicato al tema dell’immigrazione degli ebrei dall’Est Europa in Gran Bretagna, tra il 1881 e il 1914. Tutto funziona come nel “gioco dell’oca”, ma le caselle segnano la sorte del giocatore secondo motivazioni tipiche al mondo dei migranti: “non hai il passaporto, sei rimasto fermo alla frontiera, torna indietro di due caselle”; “soffri di mal di mare nel corso del viaggio, torna indietro di una casella”, “giunto a Londra, ti hanno rimandato indietro perché hai il colera: torna indietro di tre caselle”. Ma, perché il gioco funzioni, si va anche avanti e, accanto all’agognato traguardo, troviamo “hai incontrato un ufficiale del Jews’ Temporary Shelter (organizzazione assistenziale specifica) vai avanti di una casella” “hai incontrato un parente che ti offre ospitalità, vai avanti di due caselle”. Tramite vignette tipiche, ambientate a fine Ottocento, i curatori del Jewish Museum alludono a situazioni contemporanee, sollecitando la sensibilità del loro pubblico. Un’idea cui potremmo ispirarci anche noi?

Myriam Silvera