Qui Venezia – Adei, 85 anni di impegno

Non soltanto il Premio letterario ad animare il calendario dell’Associazione donne ebree d’Italia nel mese di novembre: oggi a Venezia, si festeggiano infatti gli 85 anni di attività sociale. Un appuntamento celebrato con una tavola rotonda, alle 16.30 nella Sala Montefiore della Comunità lagunare, dal titolo La nascita dell’Adei nell’ambito dell’associazionismo femminile dei primi del ‘900. A introdurre l’incontro, che verrà coordinato dallo storico Gadi Luzzatto Voghera, la presidente nazionale Ester Silvana Israel e quelle della sezione veneziana Anna Campos e Manuela Fano, mentre interverranno la storica Monica Miniati, la ricercatrice Maria Teresa Sega, Laura Voghera, coordinatrice dell’Archivio-Biblioteca della Comunità di Venezia e Lia Tagliacozzo, curatrice della pubblicazione Le signore del thè delle cinque – I primi anni dell’Adei di Venezia tra tzedakà e cultura ebraica (1928-1946). “Quando noi, consigliere attuali della Sezione di Venezia dell’Adei Wizo Italia, abbiamo deciso di allestire una mostra di fotografie e documenti in occasione dell’85esimo dalla fondazione, abbiamo aperto lo scatolone nel quale Bruna Voghera aveva conservato con amore le carte di anni di lavoro – si legge nell’introduzione del libro – è emerso, tra vecchie foto, lettere, locandine e testi teatrali per le rappresentazioni di Purim, inviti a conferenze e a mercatini, un quaderno con la copertina nera, scritto fitto con scrittura accurata, che abbiamo aperto emozionate, ritrovando i verbali di tutte le riunioni di apertura e chiusura degli anni sociali dal 1928 al 1941. Tra le carte c’erano anche, preziose, le relazioni della presidente Amelia Fano dal 1928 al 1946. Dei verbali e delle relazioni ci ha subito colpito l’accuratezza e la completezza della forma, frutto di un’attenzione e una cura che poi, alla lettura, avremmo ritrovato nei contenuti delle iniziative che, con lo scopo di ‘venire in aiuto e di mantenere lo spirito d’ebraicità alla maternità e all’infanzia…’, hanno fornito a molte donne che non ne avrebbero altrimenti avuto l’occasione la possibilità di ritrovarsi, di affinare insieme le proprie abilità e capacità creative e la propria cultura ebraica, e nello stesso tempo hanno dato un prezioso contributo alla vita della Comunità, sul piano assistenziale e culturale”.