Adei – I segreti del 1492 conquistano i ragazzi

Appuntamento questo pomeriggio a Venezia, nella cornice di Palazzo Pisani, per la premiazione del dodicesimo Premio letterario organizzato dall’Associazione Donne Ebree d’Italia in memoria di Adelina Della Pergola. Ad aggiudicarsi il riconoscimento, patrocinato tra gli altri dall’UCEI, dalla Comunità ebraica lagunare e dal Ministero dei Beni Culturali, lo scrittore di origine russa Vladimir Vertlib con il suo ultimo lavoro, edito da Giuntina, Stazioni intermedie. Vincitore nella sezione ragazzi (otto i licei coinvolti su tutto il territorio nazionale) è invece Mitchell J. Kaplan con l’avvincente romanzo Per mare e per terra (Neri Pozza). Entrambi gli autori saranno presenti alla premiazione. Con loro anche Gabriele Rubini, che ha ricevuto una menzione speciale per Generazioni 1881-1907 (Phasar Edizioni, World Hub Press), e Anatolij Krim che, con il suo Racconti intorno alla felicità ebraica (Spirali), è entrato nella terna finalista.
Protagonisti della cerimonia di premiazione, condotta dalla giornalista Francesca Vigori, lo storico Simon Levis Sullam, il consigliere UCEI Victor Magiar e il direttore della rivista Il Carabiniere Roberto Riccardi.

È sempre meraviglioso venire in Italia per Mitchell J. Kaplan, storico americano che con la sua prima fatica letteraria si è aggiudicato il Premio letterario ragazzi. Non potrebbe essere altrimenti per un appassionato delle vicende che intrecciano i rapporti fra ebraismo e cattolicesimo nei momenti in cui il mondo è stato sul punto di cambiare per sempre. Come nel 1492 quando con la scoperta dell’America e il completamento della Reconquista, cui seguì la cacciata degli ebrei dalla Spagna, la storia dell’umanità e del popolo ebraico voltarono pagina per sempre. Proprio in quel periodo si svolge Per mare e per terra (Neri Pozza, 350 pp.), all’epoca in cui, nel regno di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, si scatenò con folle crudeltà la persecuzione contro ebrei e conversos che precedette l’espulsione. Protagonista del romanzo è Luis de Santángel, cancelliere alla corte spagnola di origine ebraica. Durante un infruttuoso viaggio a Roma per convincere il papa a frenare la carneficina dell’Inquisizione, il dignitario viene in possesso di preziosi quanto pericolosi manoscritti in ebraico, i cui segreti si trova quasi suo malgrado a cercare di scoprire. Mettendo però in pericolo tutto quello che ha nel rischiare di essere associato con l’ebraismo dopo tante cautele per evitarlo. L’unica speranza di salvezza è nel progetto di un navigatore genovese sognatore, che forse è più reale di quello che sembra: si tratta di Cristoforo Colombo. “Un giorno in biblioteca, mi imbattei nella lista degli uomini che partirono con Colombo. Uno di loro era stato ingaggiato come traduttore dall’ebraico e dall’aramaico. Questo fatto mi affascinò a tal punto che iniziai le ricerche per il mio libro” racconta l’autore. Libro che, ci tiene a sottolineare, è basato su fatti storici documentati. “Naturalmente io ho aggiunto tutta la parte legata alle emozioni e alle vicende personali dei protagonisti, ma tutto il resto è storicamente provato”. Ragione per cui, Per mare e per terra non dà per esempio peso a quelle teorie secondo cui Cristoforo Colombo appartenesse a una famiglia di conversos. “Ci sono sicuramente degli indizi, ma non a sufficienza perché si possa considerare un fatto” puntualizza lo scrittore. Ad affascinarlo invece è soprattutto il tema dell’identità delle religioni, quella ebraica e quella cristiana, alla vigilia di un nuovo mondo. Ragione per cui il suo prossimo libro, su cui è già al lavoro, rivolgerà lo sguardo a un altro momento storico di questo tipo: quello della distruzione del Tempio di Gerusalemme, quando per gli ebrei iniziava la Diaspora e la religione cristiana cominciava a diffondersi. “Era un momento incredibilmente complesso, alcuni continuarono a trovare risposte nell’ebraismo, altri si rivolsero al cristianesimo – spiega Kaplan – Ancora una volta, ciò che mi interessa è capire chi siamo e da dove veniamo e raccontare che le religioni si evolvono”.

Pagine Ebraiche, novembre 2012