…Ungheria

È di ieri la notizia della proposta da parte di Marton Gyoengyoesi, numero due del partito razzista ed antisemita ungherese Jobbik, di schedare gli ebrei perché rappresentano “un rischio potenziale per la sicurezza della nazione”. È ovvio che la risposta del governo sia stata tiepida e tardiva, ormai è chiaro da tempo il gioco tra lo Jobbik e Fidesz, il partito di governo. Per questo, basta osservare da chi sono guidati i principali centro culturali di Budapest, luoghi che hanno rappresentato il meglio della cultura mittleuropea, cuore pulsante dell’Europa più bella. Reazioni dal Parlamento Europeo? Zero (almeno, per ora). Va sempre ricordato che l’Ungheria sta evitando la bancarotta dello Stato perché riceve finanziamenti dall’Unione Europea, di cui è Stato membro. Forse, sarebbe il caso che gli ebrei europei individuino forme di pressione sugli organi istituzionali dell’Unione, per far capire che se questa è la musica, noi si va via. Che scelgano loro chi preferiscono. Valuto con grande attenzione quanto scritto ieri da Tobia Zevi, ma qui sembra franare tutto. Forse, sarebbe bene individuare un limite oltre il quale si deve agire. Quale pensiamo sia questo limite? Ah, ieri è stata anche annunciata la partecipazione di Alba Dorata Italia alle regionali lombarde…

Davide Assael, ricercatore