Israele al voto – Ancora un quarto gli indecisi

Un quarto degli israeliani non ha ancora deciso per chi voterà il prossimo 22 gennaio. A rivelarlo è un sondaggio condotto dal quotidiano Maariv (506 gli interpellati dalla società di ricerca Ma’agar Mohot, con un margine di errore del 4,5 per cento), che illustra anche come la maggior parte di loro faccia riferimento all’area politica di centro, in cui si affollano ben tre partiti: il partito laburista guidato da Shelly Yachimovich, Hatnua (Il Movimento) dell’ex leader di Kadima Tzipi Livni e la formazione del popolare giornalista televisivo Yair Lapid, che come fece il padre Tommy prima di lui, ha lasciato il mondo dell’informazione per la politica, fondando Yesh Atid (C’è futuro). Tuttavia, guardando alla sequenza dei sondaggi pubblicati quasi quotidianamente dai grandi giornali dello Stato ebraico, il numero degli indecisi pur alto, è in diminuzione. Uno studio condotto nell’intervallo fra il 25 dicembre e il 2 gennaio da TRI-Strategic Research per il quotidiano online in lingua inglese The Times of Israel indicava come indeciso il 31 per cento dell’elettorato.
Il sondaggio pubblicato su Maariv, che si riferisce a dati raccolti tra l’8 e il 9 gennaio, attribuisce ai partiti di destra e religiosi complessivamente 71 seggi sui 120 della Knesset (di cui 38 Likud-Beytenu, 13 Casa ebraica, 12 Shas, 6 United Torah Judaism, 2 a partiti minori), al centro sinistra e partiti arabi 49 (16 Labor, 8 Yesh Atid, 7 Hatnua, 5 Meretz, 3 Kadima, 10 alle varie formazioni arabe).

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked