In cornice – Amore e Psiche

Si è appena chiusa a Palazzo Marino Milano, l’esposizione di due statue neoclassiche provenienti dal Louvre dedicate al soggetto mitologico di “Amore e Psiche”. Le code, anche l’ultimo giorno, erano davvero impressionanti, nonostante la lunga attesa al freddo. Ovvio, mi si dirà, l’ingresso era gratuito! Invece questo comportamento da parte del pubblico non è scontato. Al British Museum non si paga all’ingresso dei musei, mentre al Louvre si, eppure il risultato è lo stesso: una calca gigantesca attorno ai capolavori più noti, e decisamente meno interessare altrove. Le proporzioni sono simili con o senza l’ingresso gratuito. Conta assai di più la buona pubblicità e il livello delle opere esposte: in questo caso, almeno la scultura di Canova (datata 1788) impressiona oggi per tecnica sopraffina, per lo strano connubio fra movimento (le figure si trovano in posizione niente affatto statica) e staticità (il bianco del marmo fissa le immagini). Eppure ai suoi tempi, questa scultura aveva un carattere rivoluzionario, un impatto dirompente sul pensiero corrente. Invece delle donne frou-frou alla Fragonard che fanno il verso alla Marchesa di Pompadour e alla cultura salottiera della Versailles in decadenza, Canova e il neoclassicismo miravano a riscoprire la cultura classica e i suoi ideali puri e alti che furono il motore della Rivoluzione Francese (non dimentichiamo che il più estremista dei rivoluzionari, Babeuf, si faceva chiamare Gracchus). Quelle opere trasmettono quindi un ideale politico, ma in modo discreto e profondo, tutto il contrario di quel che vediamo in questi giorni di campagna elettorale.

Daniele Liberanome, critico d’arte

(14 gennaio 2013)