Qui Roma – Le emozioni del Brundibar

Ha suscitato molte emozioni la messa in scena al Teatro dell’Opera, in collaborazione con la Comunità ebraica romana, del Brundibar. L’opera, composta dal musicista cecoslovacco Hans Krasa a Terezin su libretto di Adolf Hoffmeister, rappresenta ad oggi una delle testimonianze artistiche più significative dai campi di sterminio e dai ghetti nazisti. A Terezin infatti, come noto, la macchina della propaganda del nazionalsocialismo mise in atto una delle sue più bieche rappresentazioni cercando di mascherare agli occhi dell’opinione pubblica internazionale, attraverso una patina di apparente normalità, attraverso la costituzione di iniziative assolutamente fittizie come l’Organizzazione del tempo libero e il comitato ad esso preposta, i crimini che vi furono commessi al pari degli altri lager e luoghi di detenzione. Riunito il cast che aveva lavorato a una prima stesura a Praga negli anni addietro, Krasa ricostruì l’intera partitura dell’opera basandosi sulla propria memoria e su una parte dello spartito del pianoforte che ancora possedeva. L’opera, costellata da numerosi elementi fiabeschi e da messaggi impliciti ed espliciti di opposizione al nazifascismo, fu portata per la prima volta in scena il 25 settembre del 1943 ed ebbe in tutto 55 repliche tra cui la celeberrima interpretazione per gli ispettori della Croce Rossa inviati a controllare le condizioni del campo. Ieri sera, salutata con un lungo applauso, la struggente interpretazione del Coro delle Voci Bianche e dall’Orchestra giovanile diretta dal maestro José Maria Sciutto.
Ad accogliere i molti ospiti presenti in sala il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici. In platea, tra gli altri, l’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon e l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. “Brundibar – come è stato sottolineato – va letto come un manifesto etico che invita ad avere fiducia nel bene che non potrà trionfare sul male. Un messaggio che ha infuso ai prigionieri di Terezin la speranza nel futuro e la forza di conservare dignità e rispetto per se stessi”

(24 gennaio 2013)