Qui Milano – Musica e parole per ricordare la Shoah

Nel giorno della straordinaria inaugurazione del Memoriale della Shoah alla Stazione centrale, evento che ha richiamato a Milano rappresentanti delle autorità nazionali e locali, ma anche migliaia di cittadini, la città ha ricordato la Shoah anche in un appuntamento divenuto ormai un punto fermo del Giorno della Memoria: la serata concerto al conservatorio. Davanti a una sala gremita da centinaia di persone, adalternarsi sul palco introdotti dalla regista Miriam Camerini e accolti dalla direttrice del Conservatorio Sonia Bo, sono stati i testimoni della Shoah, Liliana Segre e Nedo Fiano, ma anche Alessandro Venezia, figlio di Shlomo, uno dei pochissimi sopravvissuti al mondo dei Sonderkommando, scomparso alcuni mesi fa (a dialogare con lui, il regista e consigliere comunale Ruggero Gabbai, che diresse il documentario Memoria, in cui Shlomo Venezia riportava la sua testimonianza), e poi i ragazzi del Conservatorio, il coro e i musicisti. Una giornata in cui la soddisfazione per la grande partecipazione della città all’apertura del Memoriale era stata oscurata dalle dichiarazioni del leader del Pdl Silvio Berlusconi a proposito delle responsabilità italiane nella Shoah. “Non voglio entrare questa sera nella polemica – ha sottolineato il direttore del Corriere della Sera e presidente della Fondazione Memoriale Ferruccio De Bortoli – ci tengo a ribadire solo una cosa: un regime che approva le leggi razziali non trova nella storia alcuna giustificazione”. Sull’argomento è tornato anche il presidente della Comunità ebraica Walker Meghnagi “La storia non si può cambiare, la storia è storia. Noi ebrei denunciamo le persecuzioni razziali non solo perché siamo ebrei ma perché il regime è stato duro e ha privato della libertà”. A portare il saluto delle istituzioni sono stati l’assessore comunale Daniela Benelli, e il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dapei. Presente in sala anche il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach. “Yaakov lottando con l’Angelo, uscì zoppicante – la riflessione proposta dal rabbino campo di Milano Alfonso Arbib – Questo ci deve insegnare a ricordare che dalla lotta con il Male, si esce sempre zoppicanti. Dalla Shoah non è uscito zoppicante il popolo ebraico, ma l’umanità intera. Ma Yaakov, pur ferito, nella lotta contro quell’Angelo vinse. Un messaggio che dobbiamo tenere a mente, anche nei momenti di sconforto”.
La serata è stata anche l’occasione per presentare l’anteprima del documentario realizzato da Gabbai sulla deportazione degli ebrei da Rodi, che verrà presentato al Centro Primo Levi di New York il 13 marzo.
Sono state le riflessioni dei testimoni a concludere il Giorno della Memoria. Il ricordo, dolcissimo, di Shlomo Venezia offerto da suo figlio Alessandro (intervistato insieme ai due fratelli Mario e Alberto sulnumero di Pagine Ebraiche attualmente in distribuzione). Le speranze, ma anche le perplessità di fronte alla sfida di tramandare la Memoria e la consapevolezza di quello che avvenne alle nuove generazioni: un compito su cui hanno riflettuto Liliana Segre e Nedo Fiano insieme a Liliana Picciotto, consigliere UCEI e storica della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea, spiegando quanto possa essere diversa la reazione dei ragazzi, a seconda dell’età, della provenienza geografica, e soprattutto degli insegnanti che li preparano. “Gli insegnanti sono fondamentali – hanno sottolineato Segre e Fiano – Se non hanno l’atteggiamento giusta possono rappresentare un grande ostacolo. I ragazzi in generale hanno una buona disposizione verso di noi, ma è difficile prevedere come cresceranno. Perché ci vuole molta forza per diventare uomini e donne con il coraggio di fare delle scelte”.

rt

(28 gennaio 2013)