Qui Roma – Israele e le prospettive di pace

Quali prospettive per una soluzione a due Stati dopo i risultati delle elezioni in Israele? A proporre questo interrogativo, attraverso un intenso confronto svoltosi ieri sera al Pitigliani, il movimento ebraico di sinistra Gruppo Martin Buber per la pace. Ospiti dell’incontro, moderato dal presidente di J-Call Italia David Calef, il giornalista, scrittore ed ex parlamentare Peppino Caldarola, il direttore di Limes ed editorialista di Repubblica Lucio Caracciolo e Ilan Greilsammer, professore di relazioni internazionali all’Università Bar-Ilan. Sul palco anche Giorgio Gomel, anima romana del Gruppo Martin Buber.
Numerosi i temi al centro del dibattito, con l’interazione diretta tra relatori e pubblico che ha permesso di toccare con mano molti problemi e molte sfide rivolte al futuro non solo per le collettività israeliana e palestinese ma per tutta la comunità internazionale.
E se per il professor Greilsammer l’equilibrato quadro politico emerso dalle urne non esclude una nuova chiamata al voto per la definizione di assetti più consolidati, per Caracciolo – tra i punti più significativi che devono necessariamente prestarsi all’attenzione degli analisti lo sfilacciamento dei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti merita una considerazione particolare. “A mio avviso – dice – la crisi va oltre i rapporti personali tra i due leader di governo”. Riprendendo una considerazione dello stesso Caracciolo, Caldarola ha sviluppato il tema della “gestione” piuttosto che dell’eventuale “risoluzione”, al momento lontana, del conflitto israelo-palestinese. “Mancano grandi personalità politiche – ha ravvisato il giornalista – in Israele così come altrove sulla scena politica internazionale. Anche Obama mi sembra poco efficace in questo senso”. Infine una valutazione sull’inestricabile nesso di relazioni tra ebraismo diasporico e Israele. “È logico che gli ebrei della Diaspora intervengano su Israele – ha affermato Caldarola – ma suggerisco loro maggiore prudenza nella scelta dei compagni di viaggio”.